#PensiamoLucano #DiventiamoBasilicata

Ho letto con dispiacere su tante bacheche di potentini e materani di questa querelle in atto, che a tratti assume le sembianze di una spaccatura difficilmente sanabile, tra le nostre due città più importanti.
Mi sento di invitare tutti a riflettere e pesare le parole, prima di lanciare anatemi e battute di cattivo gusto, che altro non fanno se non inasprire toni ed urtare suscettibilità. Facciamolo anche perchè è giusto che ciascuno di noi, prima di affrontare argomenti delicati come investimenti, poste di bilancio e scelte di politica culturale, si documenti sulle motivazioni che hanno portato a quelle scelte. Matera è per vocazione la città dei turismi, e dobbiamo assecondare questa sua capacità attrattiva. Potenza deve svolgere sempre meglio il ruolo di cerniera e città dei servizi avanzati.
Nei primi mesi della mia attività ho cercato di aiutare l’una nelle sue difficoltà di bilancio e lanciare l’altra nelle sfida alla candidatura europea.
#PensiamoLucano #DiventiamoBasilicata

#RipartireDaSud, l’intervista con Luca Telese

L’idea di una chiacchierata pubblica con Luca Telese è nata un po’ per caso, durante queste ultime battute della mia pausa estiva.
E, credo, anche della sua. L’idea si concretizza e venerdì 22 agosto, alle ore 19, nella bella Piazzetta del Gesù, a Fiumicello di Maratea, sarò lì per un’intervista a tutto tondo condotta dal giornalista e anima della trasmissione tv Matrix.
L’abbiamo intitolata “Ripartire da Sud” e sarà l’occasione per approfondire insieme i grandi temi e le nuove sfide che attendono la Basilicata: dal petrolio alle infrastrutture, all’innovazione. Dalla cooperazione interregionale, alla programmazione comunitaria e soprattutto al Sud con le sue nuove opportunità di rilancio.
L’acume e la verve di Telese riporteranno l’attenzione anche su temi di più stretta attualità nazionale, che vedono la stessa Basilicata protagonista di quella trasformazione di tipo costituzionale e istituzionale in atto nel Paese, e di quella spinta renziana al cambiamento che anima e ispira la mia stessa esperienza di governo regionale.

E’ sempre utile potersi confrontare, ancora di più lo è, a volte, con chi ci osserva da fuori, un po’ a distanza e che forse per questo sprona a riflessioni più lucide e obiettive.

Il mio ricordo di Nino Somma

A una settimana dalla scomparsa di Nino Somma, e nel giorno in cui i suoi cari lo ricordano a quanti gli vollero bene con una messa di suffragio, vorrei provare a recuperare, sul filo dei ricordi personali, il ruolo che egli ha avuto in Basilicata nei momenti d’oro, ma anche in quelli difficili, di una storia regionale caratterizzata, in questi ultimi cinquant’anni, da luci ed ombre.

A differenza di quanti, militando nella Democrazia Cristiana di Emilio Colombo, ebbero l’opportunità di condividere con lui una militanza politica negli stessi anni in cui la mia famiglia era impegnata su un fronte spesso antagonista, qual era quello socialista, io ho dovuto rinviare a periodi più recenti, anche per il tramite dei figli Michele e Francesco, il piacere di avvalermi della sua memoria storica per trarne indicazioni e suggerimenti, sempre di grande utilità.

Non spetta ovviamente a me – e per il ruolo che rivesto sarebbe sbagliato farlo – entrare nel merito di specifiche vicende aziendali, pure richiamate criticamente in queste ore da quanti evidentemente si ritengono parte lesa nell’ambito di procedimenti demandati al giudizio della storia, prima ancora che degli uomini.

Di una cosa però sono certo. E come Presidente della Regione, prima ancora che come persona vicina, in questo momento di dolore, alla moglie, ai figli e ai familiari che ne piangono la scomparsa, avverto il dovere di scriverlo con chiarezza.

Nino Somma è stato un protagonista, uno dei più autorevoli nel settore economico, in una Basilicata distrutta dalla guerra che nella seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso cominciava a risollevarsi, con grandi sforzi imprenditoriali ed enormi sacrifici umani.

Fondare, a soli 25 anni, la Ferriera di Potenza, una fabbrica ancora oggi operante, tra alti e bassi, alle porte del capoluogo di regione, che in dieci lustri ha dato lavoro a migliaia di persone, è stata solo la prima tappa di una lunga carriera imprenditoriale che tanto nel settore bancario quanto in quello dell’energia, dell’informatica e dello sport, ha visto Nino Somma assurgere a posizioni di indubbio prestigio dentro e fuori i confini lucani.

Ai giovani che, appena laureati, oggi si interrogano sul “che fare?” per costruire il proprio futuro, e che sempre più spesso sono tentati a farlo fuori dalla Basilicata, io credo vada segnalato l’esempio di Nino Somma. Un uomo che alla soglia degli 80 anni aveva ancora lo spirito e la voglia di fare di un giovane ventenne, pronto a confrontarsi alla pari con i tre figli che egli aveva messo nelle condizioni di crescere professionalmente con quell’autonomia che solo i grandi saggi, e Nino lo era, sanno generosamente riconoscere come patrimonio da trasmettere in eredità.

La sua scomparsa ci ha colto un po’ tutti di sorpresa. Qualcuno lo ha ricordato in questi giorni, richiamando il ruolo di sprone nei confronti della politica e degli amministratori che Somma ancora in questi anni svolgeva con l’autorevolezza da tutti riconosciutagli. E di cui purtroppo avvertiremo la mancanza. Ci sono uomini che non invecchiano mai. Nino era uno di questi. E i lucani che lo hanno conosciuto e stimato per quello che ha fatto lo ricorderanno sempre pieno di vita, protagonista di una straordinaria stagione di sviluppo di cui serberemo per sempre cara la memoria.

A Renzi chiedo risposte sul petrolio

Ero a conoscenza del tour del Premier Matteo Renzi in programma per oggi al Sud e giudico certamente positiva l’attenzione che il presidente del Consiglio sta riservando al Mezzogiorno. E’ una visita che rilancia la necessità di intendere e comprendere questa parte d’Italia attraverso una visione comune e un approccio alla cooperazione interregionale su molti pilastri cardine legati alla crescita, allo sviluppo e all’innovazione. Dalle infrastrutture materiali, indispensabili strumenti per connettere territori e comunità e per rinsaldare il ruolo strategico di ponte con l’Europa e soprattutto con il bacino del Mediterraneo, a quelle immateriali con gli investimenti in banda larga, in collegamenti per unire economie e capitali umani. Dagli investimenti in cultura, turismi e tutela di ambiente e paesaggi, alla condivisione di una programmazione dei fondi comunitari concentrata su progetti collettivi.
Per questo non mi preoccupa né rammarica la mancata tappa lucana di questo suo tour. Più che una visita di cortesia – che pure so già essere in agenda per i prossimi mesi – a Renzi chiedo e chiederò con sempre maggiore incisività risposte sui temi del petrolio. Su quelle intese già rilanciate grazie all’interlocuzione avviata con il Ministro Guidi e sui tre punti posti al tavolo del Mise: Memorandum, patto di stabilità e bonus carburante. Su quest’ultimo, per la verità, risposte alle nostre sollecitazioni e richieste sono già state fornite nei giorni scorsi. E’ su questi temi che chiederò un suo intervento chiaro, una presenza fisica in Basilicata , se necessaria. C’è l’esigenza di risarcire un intero territorio per quanto già dato in termini di contributo energetico nazionale. Nessuno dovrà e potrà dimenticarlo.

Dico, inoltre, che questo governo regionale sta lavorando con grande senso di responsabilità, consapevole di dati e percentuali su Pil e disoccupazione non certo incoraggianti, per avviare un processo di trasformazione e crescita. Vanno in tale direzione sia la velocità impressa alla rivisitazione della governance, attraverso provvedimenti e riforme attese, in alcuni casi da decenni, che tutti gli interventi messi in campo in questi primi sei mesi – su formazione, cultura, monitoraggio ambientale, immigrazione, lavoro irregolare.
Stiamo operando senza sosta, perché il tempo a nostra disposizione per risalire la china non è molto. In una fase così complessa e in un tempo che ci chiede rapidità nelle scelte ed efficienza nei risultati, penso quindi che un’opposizione costruttiva, capace di entrare nel merito delle questioni senza pregiudizi e senza uno sterile spirito di contrarietà aiuterebbe a vincere insieme le sfide del futuro e a cambiare davvero il volto della nostra regione. Servirebbe un’onestà intellettuale che evidentemente non tutti possiedono per dire che delle cose importanti sono state fatte, ed anche in tempi brevi. La riforma dell’Alsia, dell’Arpab, il commissariamento dei Consorzi di bonifica, la liquidazione di Arbea, la disciplina delle attività di contrasto al lavoro irregolare, il bando per l’ultra larga in molti Comuni, il fondo rotativo per le PMI e tutti i provvedimenti finalizzati a garantire o implementare l’occupazione, sono fatti certi e verificabili. Non riconoscerlo e impegnarsi al contrario a smontare per partito preso il lavoro compiuto fino ad oggi è ingeneroso oltre che improduttivo.

Fecondazione eterologa, sì al confronto tra Regioni

Per la mia storia politica, ma anche per profonda convinzione personale, avvalorata dalla mia esperienza di medico, sono schierato dalla parte delle coppie – e ve ne sono molte anche lucane – che aspirano a poter usufruire della fecondazione eterologa senza sottoporsi, come avviene oggi, ai costosi viaggi della speranza all’estero. Una società come la nostra, democraticamente fondata sulla libertà di coscienza, non può imporre scelte etiche che contrastino con una sacrosanta aspirazione alla genitorialità entro i confini consentiti dalla scienza moderna.
Naturalmente, sarebbe sbagliato, per le Regioni italiane, muoversi in ordine sparso. Per cui condivido pienamente la posizione espressa in queste ore dal presidente della Conferenza, Sergio Chiamparino: bisogna evitare un Paese a macchia di leopardo. E’ necessario invece che sulla questione vi sia prima un confronto tra tutte le Regioni. La fecondazione eterologa deve essere assolutamente garantita, ma occorre ampliarne l’accesso, sia economico che normativo, al servizio sanitario nazionale. Di qui la necessita di un confronto urgente con il Ministero della Salute che, a quanto mi consta, e’ già stato messo in calendario per i primi giorni di settembre.

Le riforme dei primi sei mesi di governo

Le abbiamo sintetizzate per esigenze grafiche e presentate alla stampa, ma su alcuni punti del pacchetto di riforme e provvedimenti approvati o in via di approvazione nelle prossime settimane, voglio tornare.
Oggi prendo spunto dall’articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno che riprende il tema del sistema formativo che il Ddl approvato in Giunta rivede e corregge. Prevedendo il Cur, il Catalogo unico regionale e un’Agenzia regionale unica per l’impiego, l’orientamento e la certificazione che accorpa le due agenzie provinciali e rimette ordine in un sistema in passato spesso discusso e criticato, non sempre a torto.
Ma da settembre si discuterà in Consiglio anche di immigrazione, di tutela e integrazione di rifugiati e migranti con l’istituzione di una carta dei servizi e di una Consulta regionale per favorire l’inclusione dei 15 mila stranieri residenti in Basilicata e per quegli alunni stranieri che frequentano le nostre scuole.
E ancora riforme e modifiche, il prossimo mese, sono previste anche per gli enti sub regionali: Consorzi Asi, Arbea, Alsia. Riforme nel segno della maggiore efficienza, della semplificazione organizzativa, della riduzione dei costi. Fa specie ricordare che dal 2016 al 2014 solo per Alsia si siano nominati sette commissari con annesse 15 proroghe di commissariamento. Non si potranno ripetere altri casi simili. Non perderemo altro tempo.

Bonus carburanti, firmato il decreto

Con la firma del Dl “bonus carburanti” c’è lo sblocco di due annualità di benefici economici, per un totale di oltre 170 milioni di euro. Si rimette ordine e si modifica l’articolo 45 istitutivo del Fondo escludendo dal beneficio i territori interessati da rigassificatori e si introduce un meccanismo di ponderazione del bonus a vantaggio delle fasce sociali più deboli. Senza reddito o con reddito fino a 28 mila euro avranno un bonus doppio rispetto agli appartenenti all’ulteriore fascia di reddito intermedia fra 28.001 e 75 mila euro. Chi supera i 75 mila euro di reddito avrà l’importo minimo di 30 euro.E dal 2013 la platea degli aventi diritto si allargherà a tutti i cittadini maggiorenni residenti nella Regione.
Per qualcuno è tanto, per altri nulla. Per modulazione diversa non c’era tempo, ma c’è stato lo sblocco e il riutilizzo di queste risorse, con una destinazione diversa del bonus dal 2013. E’ il risultato comunque di sollecitazioni, richieste e impegno che la Regione ha mostrato di mettere in campo. Non abbasseremo la guardia.
E sull’ok del Senato alla modifica del Titolo V e all’aumento delle competenze esclusive in capo allo Stato, faremo sentire la nostra voce nelle sedi opportune, essendo ovviamente questa una “partita” parlamentare.

Il mio ricordo di Emilio Colombo ad un anno dalla sua morte

Le tappe significative dell’azione politica svolta da Emilio Colombo sono state ricordate dal presidente della Regione, Marcello Pittella, il quale ha innanzitutto sottolineato come sul grande leader sia subito caduto il velo del silenzio, nei giorni del suo funerale e nel giorno della posa della lapide ricordo sulla sua abitazione in Via Pretoria a Potenza. “Non vi è stata quella corale partecipazione popolare e quel calore affettivo che pure sarebbe stato giusto attendersi nei confronti di un leader prestigioso e carismatico del più grande partito politico italiano del secolo scorso, la Democrazia Cristiana“, ha puntualizzato Pittella. Che ha così proseguito nel ricordo di quel Presidente del Consiglio, che nel 1972, appose la sua firma sotto lo statuto della Regione Basilicata: “Un leader di partito e al tempo stesso, come tutti noi sappiamo, un grande Statista. Il più grande Statista Lucano che ha segnato in quasi 70 anni di vita politica attiva la storia del Novecento, a partire dai giorni dell’immediato dopoguerra, in un Paese e soprattutto in una Basilicata, messi letteralmente in ginocchio dal ventennio fascista, prima, e dal secondo conflitto mondiale, poi.

Più volte ministro. Presidente del Consiglio. Presidente del Parlamento Europeo. Emilio Colombo ha racchiuso in un cursus honorem difficilmente replicabile, e che già di per sé misura la portata di un uomo di successo passato alla Storia, quella che è stata una esperienza di vita totalmente dedicata alla Politica e al governo delle più alte Istituzioni democratiche del nostro Paese, e non solo.

In Emilio Colombo si ritrovava la Basilicata quasi per intero, pur in un clima di lotta politica che ha visto per esempio me e la mia famiglia su posizioni a volte critiche e dialettiche nei suoi confronti, ma sempre su un piano di grande correttezza, specie sotto il profilo dei rapporti umani.

Nessun altro leader di partito, né prima, né dopo di lui, è stato punto unitario di riferimento delle classi dirigenti di Potenza e Matera, peraltro in un partito di massa, come la Democrazia Cristiana, in cui certo non mancava la dialettica interna e non mancavano soprattutto distinguo di natura personale ed anche diverse sensibilità in ordine alle politiche da portare avanti per mediare tra i tanti interessi allora definiti di “classe” e realizzare il Bene Comune, così come indicato dalla Dottrina Sociale della Chiesa, cui si ispirava il mondo cattolico.

Nessun altro, ad esclusione di Colombo, è riuscito a rappresentare in modo così autorevole la sua terra tanto da diventare, nell’ambito della Geografia, oltre che della Storia, una sorta di elemento fisico di conoscenza di una regione, altrimenti sconosciuta ai più a livello nazionale e internazionale“.

Il Presidente Pittella si è poi lasciato andare ai ricordi personali, quando era studente universitario: “Mi capitava spesso di incrociarmi con persone provenienti da altre regioni italiane. E al termine delle presentazioni, quando pronunciavo il nome della città capoluogo da cui provenivo, era quasi d’obbligo sentirmi rispondere: Potenza? La città di Emilio Colombo? Certo, poi per la mia provenienza politica e familiare, con mio padre all’epoca senatore del Psi, io ero costretto ad aggiungere subito dopo, a mo’ di chiarimento, di essere socialista e non democristiano come Colombo. Ma il dato vero, fondamentale era quello, per così dire, di una sorta di unità territoriale che ci accomunava al grande leader.

Eravamo conosciuti, noi lucani, ed in particolare i potentini, per essere i conterranei del ministro Colombo. E devo dire con molta franchezza , oggi da Presidente della Regione: quanto ci manca quel Ministro!

In questi tempi difficili, con la Basilicata maltrattata e dimenticata a livello governativo, come dimostrano le vicende di questi giorni sul Patto di Stabilità, con la Regione costretta ad approvare una legge per richiamare il Governo alle proprie responsabilità, come vorremmo che fosse ancora in vita, forte della sua autorevolezza, l’Emilio Colombo che si batteva per la riforma fondiaria, per dare la terra ai contadini, per sottrarre migliaia e migliaia di lucani dalla schiavitù della miseria e dell’abbandono.

Come vorremmo che ci fosse ancora a Roma un uomo, della statura politica e della levatura morale di Emilio Colombo, al quale affidare le nostre ragioni. Le nostre speranze. La nostra ansia di giustizia, a fronte di mancate decisioni, tanto, ripeto, sul Patto di Stabilità, quanto più complessivamente sulla questione Petrolio, che ci vede impegnati da anni, in un rapporto spesso difficile e conflittuale con il Governo centrale.

Poi certo si potrà dire che su alcune materie da noi sollevate, come quella del Patto di Stabilità, anche il Governo di Roma deve a sua volta fare i conti con l’Europa della Merkel e dei banchieri. Quella Europa di cui Colombo è stato uno dei padri fondatori, sulle orme di Adenauer, Monnet, De Gasperi e Schuman. Ed anche qui io sono certo che il suo convinto ed appassionato europeismo, al quale credo sia necessario continuare ad ispirarsi, avrebbe convinto in questi giorni anche i falchi di Bruxelles a ritornare sulle proprie posizioni, per venire incontro agli ultimi e ai penultimi. Esattamente come umilmente tentiamo di fare anche noi, nella nostra azione politica quotidiana, facendo nostri gli appelli alla sobrietà e alla solidarietà che puntualmente ci arrivano da Papa Francesco.

Lo dico per me, ma sono certo di interpretare il pensiero di tanti miei colleghi consiglieri regionali. Il ricordo di Colombo è ancora forte e vivo nella mente di quanti l’hanno conosciuto e di quella classe dirigente che ha avuto la fortuna di avvalersi dei suoi insegnamenti, ascoltandolo in privato o nelle manifestazioni pubbliche che puntualmente, soprattutto nei primi anni ’70, all’apice del suo successo in veste di Presidente del Consiglio, richiamavano a Potenza le folle oceaniche dell’intera Basilicata e delle regioni vicine.

C’è in tutti noi un forte debito di gratitudine dei suoi confronti . E per come io lo avverto, sapendo che quel patrimonio di storia, di esperienza e di ideali non può andare disperso, io credo che questo debito di gratitudine non sia maturato solo nei confronti di Emilio Colombo. Ma sia un atto dovuto nei confronti dei giovani, delle nuove generazioni, di quanti cioè, al contrario di noi, non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, se mai di muovergli anche qualche critica, come pure a me è capitato di fare, ma in fondo di amarlo e di apprezzarlo, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, quando il suo ruolo super partes di Senatore a vita aveva, diciamo così, ammorbidito qualche asprezza caratteriale e politica, di cui c’era stata evidente traccia negli anni del duro scontro ideologico Dc-Pci, quando la cultura cattolica, da un lato, e quella social-comunista, dall’altro, si affrontavano quasi senza esclusione di colpi.

La domanda ora è: come possiamo ripagare il debito di gratitudine che abbiamo nei confronti di Emilio Colombo?

Ho letto in questi giorni sui giornali una serie di interessanti suggerimenti. Il collega Achille Spada ha proposto, per esempio, di intitolargli una piazza nelle nostre città capoluogo e nei tanti piccoli paesi nei quali egli non ha mai fatto mancare la propria presenza, soprattutto in campagna elettorale. Sono pienamente d’accordo. Scriverò, se necessario, una lettera a sostegno di questa idea a tutti i sindaci lucani.

Ho poi letto la lunga e appassionata nota scritta qualche giorno fa da Vincenzo Viti, proprio nel giorno del primo anniversario della morte di Emilio Colombo.

Vincenzo ha lanciato una proposta, che per la verità egli aveva avuto modo di anticiparmi e che io condivido in pieno.

Vale a dire: istituire una Fondazione Emilio Colombo per l’Europa, chiamando a cooperare le migliori intelligenze del Paese e non solo.

Io credo che dobbiamo seriamente fare nostro l’appello di Vincenzo Viti, saldando il debito di gratitudine che abbiamo nei confronti di Colombo, dando vita ad una Istituzione di studi, di ricerche e di formazione che ricordi l’impegno che valse a “don Emilio” – come affettuosamente lo chiamavano i suoi amici più cari – l’attribuzione dei Premi Carlo Magno ad Aquisgrana e Monnet a Losanna. Una Fondazione che guardi alle nuove generazioni, alle quali ricordare che solo in Europa è possibile ritrovare le ragioni di una rinnovata prospettiva etica, culturale e civile che consenta alla Basilicata, al Mezzogiorno e all’Italia di affrontare le grandi sfide che ci attendono.

Per quanto mi riguarda – ha concluso il Presidente Pittella – offro sin d’ora la piena disponibilità della Regione a lavorare alla costituzione di una Fondazione Emilio Colombo per l’Europa. Potremo così recuperare il lascito che la migliore tradizione del meridionalismo europeo ha saputo realizzare e che attende di rivivere con la qualità e l’intransigenza che Colombo sepe mettere nel suo impegno di uomo del Sud, dell’Italia e dell’Europa“.

Ho rimesso armi e panni del gladiatore.

Se ho rimesso i panni e le armi del gladiatore? Se il mio atto di forza, che è di fatto un atto politico, abbia a che fare con la disubbidienza? Entrambe le cose. Perché se sai, come ormai sappiamo tutti con conti alla mano, che tra le somme in cassa e quelle rivenienti dalle royalties del 2013 potremmo saldare l’intera massa debitoria pari a 555 milioni di euro; se sai che non possiamo farlo per quei vincoli del patto e che da questo dipende ormai il futuro di moltissime imprese, creditori nei nostri confronti; se sai che sarebbero a rischio anche i fondi del cofinanziamento regionale per PO Fse, Fesr e Feasr (non meno di 120 milioni) o cominci a combattere o ti consegni ad una “morte” sicura. E noi combatteremo, con il sostegno dei tanti che in queste ore – dalla messa a punto del disegno di legge che esclude dal patto di stabilità proprio le somme di compensazione derivanti dalle estrazioni – hanno fatto della mia battaglia la propria battaglia. Pronti, insieme, anche ad una nuova Scanzano se il Governo nazionale non dovesse ascoltarci. Se non dovesse concedere alla Basilicata la stessa “deroga” concessa alla Campania (90 milioni di euro l’anno per il termovalorizzatore di Acerra).
Ma sono convinto che la nostra “provocazione” verrà colta per quella che è: una disponibilità al dialogo e non allo scontro. Ho per questo già scritto al premier Renzi, che ritengo amico personale e politico e che sta combattendo sul fronte europeo la mia stessa battaglia, esprimendo a lui tutta la mia preoccupazione per una regione che si trova pericolosamente sull’orlo del baratro finanziario. Baratro che potremmo evitare pagando debiti che pure saremmo in grado di onorare.

Parte dal Marmo Platano Melandro il tour #sbilanciamoci

Quanto si spenderà per l’istruzione e il diritto allo studio? Per la famiglia, i meno abbienti, la tutela del suolo, i trasporti pubblici, le politiche per il lavoro? Come sono stati ripartiti i circa 3 miliardi di euro della manovra finanziaria per il 2014-2016 approvata pochi giorni fa in Consiglio regionale?

E’ quanto illustrerà il presidente della Regione Basilicata a studenti, associazioni, rappresentanti degli enti locali e comunità lucane nel tour “Sbilanciamoci”, un viaggio a tappe che toccherà alcuni comuni delle Aree Programma.

Primo appuntamento, venerdì 2 maggio nel Marmo Platano Melandro (ore 9.00 Baragiano – Istituto comprensivo “Carlucci”, ore 16.00 Vietri – Convento dei Frati francescani, ore 19.30 Balvano – Piazza Cavour) per proseguire con cadenza più o meno settimanale in altre zone della regione.

Un programma fitto di incontri, fortemente voluto dal presidente, e pensato per avvicinare i cittadini alla cosa pubblica, per dar conto di come vengono spesi e investiti i soldi pubblici, per illustrare strategie e obiettivi della nuova programmazione.Si viaggerà in bus e la stampa locale è invitata ad accompagnare il presidente in questo viaggio che coinvolgerà le sette Aree Programma e i Comuni di Potenza e Matera.