Un anno dalle primarie,

Sento ancora la tensione di quei giorni, la rivivo sulla pelle.
Giorni di rincorse, capitomboli, discese e risalite.
Quel senso di vuoto dei momenti più bui, l’irreparabilità di certe scelte e rotture. E poi, solo un boato.
Il calore della gente che mi esplode intorno.
Io che mi agito sul palco e le parole escono da sole.
Le idee si fanno sempre più chiare. Le scelte sempre più nette.
Tornare indietro? Impossibile.
Poco più di un’ora e, mentre le immagini scorrono, cresce dentro tutti la consapevolezza che qualcosa è cambiato. Un meccanismo irrefrenabile, un tempo nuovo. Lo leggo nei sorrisi e tra le lacrime, negli abbracci e nella rassegnazione, negli sguardi divisi tra rabbia e speranza.
Che cosa chiedevano quegli occhi che messi tutti in fila avrebbero illuminato la notte?
Qualcuno che potesse convincerli, rassicurarli, spiegargli le ragioni di una scelta così “ostinata e contraria”.
Il ricordo di quel palco, di quella grande festa di popolo che ha creduto nel mio stesso sogno, mi rende ancora emozionato come allora. E quasi mi commuovo a rivedere quelle immagini.
Era solo l’inizio di un’avventura straordinaria quella delle primarie di un anno fa, di una vittoria inaspettata quanto sperata. Mi sentivo forte, come forse non lo sono mai stato, convinto che fosse il tempo di scegliere una strada nuova, di rompere un equilibrio che non mi rappresentava più.
Sono partito da lì e da loro per riscrivere una nuova pagina lucana, per provare a dar vita a quella rivoluzione democratica che, come ho detto, è semplicemente il tentativo di ripristinare una normalità perduta. Nei rapporti tra le istituzioni, nel rapporto tra cittadini e classe politica. Il lavoro per riuscirci è ancora lungo. Non sono mancati e non mancheranno tentativi per sfaldare quell’unità di popolo e di intenti per cui mi sto battendo. Ma sento ancora la stessa forza e l’entusiasmo espressi da quel palco del Don Bosco, e come allora sento vicini voi.
Per questo sono sicuro che ce la faremo.

Rispondere a questa emergenza sociale

Non ci si deve nascondere dietro un dito: c’è un’emergenza sociale così grave che spesso ci impedisce di occuparci compiutamente di programmazione. Abbiamo assistito e dovuto far fronte ad un taglio di finanziamenti in settori strategici quali scuola, ricerca, innovazione. E facciamo fronte a ciò che ci viene negato con nostre risorse. Risorse che non sempre bastano.
Non ci sono bacchette magiche da usare, ma idee chiare su sviluppo e lavoro.
L’ho detto questa mattina al convegno organizzato dal Cestrim di Don Cozzi e dedicato a quegli ultimi e penultimi di Basilicata a cui guardiamo con preoccupazione e indirizziamo molte delle nostre azioni.
Stiamo lavorando infatti ad una legge di modifica della normativa antiusura, frutto proprio di un attento lavoro portato a termine dal Comitato antiracket e antiusura; abbiamo dato alcune, parziali, risposte alle famiglie degli alluvionati del Metapontino; la giunta regionale ha anche approvato una legge contro il lavoro nero e per per l’integrazione e l’accoglienza dei lavoratori extracomunitari e dei rifugiati politici. Si sta lavorando per mettere a punto un provvedimento che garantisca il reddito minimo di inserimento. Ci sono poi piani sociali da riscrivere e attenzioni da dedicare soprattutto al terzo settore.
La priorità sono le platee sempre più numerose di bisognosi. Per questo, credo sia necessario a breve attivare un tavolo per riscrivere insieme un nuovo modello di stato sociale e per dare risposte adeguate ad una società così cambiata.
Questa Basilicata si salva solo se riscopre una unita di fondo.

XXI Giornata Mondiale Alzheimer

#XXIGiornataMondialeAlzheimer
È una malattia silente, si insinua nelle vite umane trasformando rapporti e quotidianità.
Quella dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer e quella delle loro famiglie.
Domani è la XXI giornata mondiale e l’Associazione di Basilicata ha organizzato oggi un convegno per presentare alcune iniziative messe in campo dal San Carlo e per condividere con le istituzioni riflessioni soprattutto sulla solitudine che colpisce i famigliari che si trovano ad accudire i propri cari.
Ho raccolto le criticità segnalate rispetto all’assistenza ai malati di Alzheimer, le preoccupazioni dell’associazione e di chi si occupa di un tema così complesso e delicato, sostituendosi spesso, in un compito preziosissimo, alle stesse istituzioni.
Ho preso un impegno, quello di riprendere il lavoro sulla rete delle demenze, progetto fermo da qualche anno e di riscrivere insieme a tutti gli attori interessati l’intera domanda del socio assistenziale. Ho avviato una verifica severissima sullo stato di avanzamento del registro tumori e occorrerà a breve mettere mano ad una struttura epidemiologica presso il dipartimento sanità.
Andiamo avanti con un rapporto di collaborazione tra le aziende sanitarie, recuperiamo serenità e riscriviamo insieme le regole del gioco di questa nostra regione, se vogliamo farcela.

#SuvMadeInMelfi.

#SuvMadeInMelfi.
Con il via alla produzione della jeep Renegade e il ritorno al terzo turno di produzione da novembre, si apre una buona pagina per lo stabilimento lucano che conferma un ruolo chiave per il marchio Fca. Parte infatti dalla Basilicata, come ben leggevo oggi sulla stampa locale, l’internazionalizzazione del gruppo Fiat.
Una buona pagina sul fronte dell’occupazione, del prestigio, della crescita.
Un buon segnale di ottimismo.

Il 21 settembre illuminiamo insieme la Basilicata

Il 21 settembre illuminiamo insieme la Basilicata.
Partecipiamo a Lux Mundi, la fiaccolata più grande del mondo dedicata a Papa Francesco. All’evento, inserito nel programma Umanitario VVV: Vivere una Vita che Vale che non ha solo valore spirituale ma può essere occasione di rilancio economico partendo dalla valorizzazione del patrimonio culturale e dai valori di solidarietà propri della cultura lucana.
Diventiamo tutti protagonisti dell’iniziativa che saprà promuovere le nostre meraviglie, i nostri tesori, i nostri talenti. Offriamo al mondo l’opportunità di far conoscere la più bella e autentica immagine della Basilicata.
È un programma vasto quello di “Vivi una Vita che vale” e propone interventi concreti che vanno dall’avvio di Laboratori Emozionali pedagogico-formativi per promuovere comportamenti virtuosi, più sani e corretti, diretti all’Università e alle Scuole fino alla promozione della conoscenza del patrimonio culturale. Accanto a questi sarà attivata una politica di prevenzione ed educazione sanitaria e di diffusione di buone pratiche incentrate su innovazione, ricerca, arte e creatività.
L’intesa siglata giorni fa con i sindacati, facendo leva sui contenuti del programma, rilancia azioni positive e concrete per creare nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani.
E l’invito dei vescovi ad aderire a Lux Mundi saprà arrivare davvero a tutte le comunità.
Promuoviamo insieme un nuovo modello regionale di sviluppo eticosostenibile a forte inclusione sociale.

Scuola: la sfida educativa è la nostra speranza

Ho accompagnato i miei figli a scuola, questa mattina.
E nelle tante facce assonnate ma serene di quel bel mondo in miniatura ho rivisto me.
E compreso come non mai quanto la sfida educativa che si apprestano a vivere rappresenta la nostra speranza.
Accettare questa sfida educativa significa porre le basi dell’Italia che sarà.
Insegnanti, studenti, famiglie, istituzioni locali, comitati di cittadini e associazioni stanno partecipando attivamente in questi ultimi mesi al progetto di riforma della scuola lanciato da Renzi. Tutti insieme verso un cammino di crescita che ci porterà alla valorizzazione delle individualità e a motivazioni più forti.
Formazione, aggiornamento, nuovi programmi, informatica, inglese: sono questi i capisaldi di una nuova scuola che dovremo costruire insieme, credendoci e lavorando fin dai primi anni di studio.
Il Consiglio d’Europa sta dedicando una attenzione prioritaria alla scuola. L’Italia in quella sede ha saputo presentare un sistema di formazione dinamico in grado di recepire le sfide che lo attendono. Per questi motivi dobbiamo tornare con forza a credere nella scuola, impegnandoci ad ogni livello per conseguire risultati sempre più alti.

Sul podio tra i governatori più apprezzati

Emozione e un po’ di orgoglio. Non li nascondo.
Una ricerca di un istituto indipendente mi dà al secondo posto per gradimento tra i Presidenti di Regione italiane nel secondo trimestre 2014.
I sondaggi, si sa, vanno presi per quelli che sono, anche quelli che specificano note metodologiche approfondite. Magari questo che mi colloca sul podio dei governatori più apprezzati corrisponde al vero solo in parte, ma resta il piacere di leggere di un giudizio così favorevole per il lavoro che sto svolgendo, certamente non da solo, e che mi spinge a fare sempre meglio per difendere gli unici interessi che mi stanno davvero a cuore, i vostri.
Per provare a dare quello slancio di cui la Basilicata ha bisogno, per rispondere a quella richiesta di riscatto rimasta inascoltata per troppi anni, per affrontare senza indugi le emergenze che ci circondano ma guardando anche al futuro con più fiducia.

Come si fa?
Non ho una ricetta preconfezionata per questo, ma solo studio, passione e volontà di farlo.
Le questioni irrisolte e i fronti aperti sono tanti, ma spero che abbiate apprezzato la mia volontà a non mollare, a non indietreggiare, a non sottrarmi a critiche, a rispondere e metterci la faccia sempre, a cercare il bello in ogni cosa, a valutare le opinioni e accettare gli spunti di tutti, anche di quelli che letti bene appaiono pretestuosi e strumentali. Non mi sento uomo solo al comando, come molti credono, prediligo l’ascolto e la condivisione ma certo so quando è il tempo della decisione e della fermezza.
Prima fra tutte questa partita in corso col Governo centrale sul petrolio (che non è certamente solo una partita sul tavolo delle intese economiche), il passo deciso su tutta una serie di riforme della governance regionale, le scelte anche difficili e impopolari che mi hanno visto cambiare un po’ di assetti, la caparbietà con la quale provo ad affrontare la più grande delle urgenze, quella che riguarda l’occupazione dei nostri figli, attraverso la definizione di nuove politiche per il lavoro. Lo sguardo attento al bello e al buono di una regione che andrebbe amata di più. Tutto questo e altro ancora occupa le mie giornate.
E se il riconoscimento per questo impegno è tale dopo così poco tempo di governo, mi auguro possa crescere col tempo. Insieme alla fiducia nelle nostre possibilità.

Trasparenza su dati occupazione Eni

Eni, l’indotto e le ricadute occupazionali sul territorio. E’ su questo che nelle ultime settimane sono giunte richieste di chiarezza e trasparenza da parte di singoli cittadini, di comitati, di rappresentanti politici. Ho chiesto, pertanto, ai miei uffici di fare il punto, ordinare dati e fornirmi un quadro aggiornato sulle assunzioni in Val D’Agri. Dati che forse non tutti si aspettano, che confortano e che rafforzano la convinzione che una formazione adeguata per professionalità specifiche così come è stata pensata sia la strada giusta per moltiplicare i numeri dell’occupazione legati al petrolio.

La crisi non ha più il volto delle donne

La crisi non ha più il volto delle donne. O non lo ha più nella misura in cui certi dati e certe statistiche fotografavano il fenomeno fino a qualche anno fa.
Non si scoraggiano, competono, rischiano, sperimentano. Mostrano muscoli da uomo e soprattutto coraggio. Lo fanno in contesti ancora troppo stretti per accogliere le loro belle idee, sui mercati, in famiglia. Primeggiano per capacità, inventiva, concretezza, vanno dove altri si fermano, dove altri si accomodano in modalità “stand by”.
Ecco perché il buon dato di imprese al femminile registrate in Basilicata – secondo solo al Molise e in netta controtendenza rispetto al nazionale – contenuto nell’Osservatorio di Unioncamere-Infocamere va giudicato con ottimismo e il fermento colto per quello che è. Pur considerando il fatto si tratti di micro imprese.
C’è un universo rosa che va sostenuto nei suoi slanci e nelle sue prove. Tocca anche alle istituzioni farlo.

Il futuro dell’Italia dipende dalle scuole

“Tra dieci anni l’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti”. Una verità assoluta quella di cui parla il presidente Matteo Renzi a pochi giorni dal Consiglio dei Ministri di venerdì in cui intende presentare una riforma complessiva del sistema scolastico.
Il futuro dell’Italia dipende dal futuro delle nostre scuole. E la sfida educativa lanciata da Renzi e il piano del governo passeranno prima dall’apertura ad una grande consultazione popolare tra gli insegnanti, gli studenti, le famiglie, le istituzioni locali, i comitati di cittadini e le varie associazioni già a partire dai prossimi mesi per ragionare insieme sulle cose da fare. Il che rappresenta sicuramente un ottimo esempio di democrazia partecipata.
Un progetto di riforma che sovverte parecchie credenze. Gli insegnati non saranno più tutti uguali, livellati tendenzialmente verso il basso e dunque demotivati, dice Renzi. Che vuol dire premio al merito, anche in termini di retribuzione.
Servirà introdurre la formazione e l’aggiornamento, cambiare i programmi, con grande attenzione per l’informatica e l’inglese, fin dai primi anni di studio. Per la prima volta i soldi non verranno tagliati alla scuola, ma investiti nella scuola: un miliardo subito e poi altri fondi per l’edilizia scolastica.
Il Consiglio d’Europa del 30 agosto dedicherà al capitolo una attenzione prioritaria. E in quella sede l’Italia vuole presentarsi con i “compiti a casa” ben svolti.
Parola d’ordine sarà “tornare a credere nella scuola”. Tanto in Italia quanto in Basilicata. Dove ci attiveremo da subito soprattutto sul piano della formazione con la nuova legge 33, e con una programmazione innovativa e lungimirante dei fondi europei 2014-2020. Gli Stati Generali della scuola che si terranno la prima settimana di ottobre, aperti proprio soprattutto a docenti e studenti e fortemente voluti dal dipartimento formazione, saranno un’occasione preziosa per rimettere in moto un settore che è asset strategico per il futuro delle nostre generazioni.