L’università che vorrei

Il capitale umano è la risorsa principale di un paese. Ecco perché gli investimenti maggiori vanno fatti sull’istruzione e sull’educazione.
Ho provato per questo a vedermi padre di figli che vivono anni importanti lontano da casa per inseguire sogni e ambizioni. Mi son detto che abituarli alla scoperta del viaggio, alla mobilità, sia fortificante e necessario. Ma è altrettanto importante concedere loro la possibilità di scegliere se restare o partire.
Per questo credo sia decisivo parlare di UniBas, oggi, a trent’anni dalla sua nascita.
Se negli ultimi venti anni più di 170 mila laureati hanno lasciato il Sud per un lavoro che qui non c’è, se emigra verso università fuori regione più del 76% dei giovani lucani, se in tutto il paese le immatricolazioni continuano a diminuire (ma in Basilicata quelle nuove sono in aumento rispetto al 2012-2013), è chiaro che più di qualcosa non funzioni.
Attorno all’UniBas va costruita un’offerta didattica ancora più rispondente alle esigenze dei territori, capace di incrociare domanda e offerta (penso ad una banca dati lavoro finalmente operativa). Le vocazioni turistiche e culturali della nostra regione vanno assecondate, rese produttive e per farlo vanno pensate nuove facoltà e rafforzato il collegamento tra quelle esistenti e le realtà imprenditoriali. Corsi di specializzazione in green economy, bioedilizia, agroalimentare, valorizzazione dei beni culturali per legare studio, innovazione e produttività. C’è bisogno di agricoltori della modernità formati per mercati nuovi e opportunità da coltivare nelle proprie aziende, ricercatori motivati, creativi che possano trovare nella propria città grandi spazi di espressione.
E ancora: apertura al bacino del Mediterraneo ed un coinvolgimento più diretto del corpo docente nei destini della nostra regione.
Dobbiamo puntare sull’apprendistato per gli studenti, su convenzioni fra ateneo e imprese per stage e tirocini, su una maggiore qualità dell’offerta e dei servizi, su un aumento degli alloggi per studenti. Dobbiamo immaginare un sistema di incentivi per il lucano che decida di restare a studiare nel nostro ateneo.
Consentendogli, ad esempio, di non rinunciare ad esperienze fuori dalla Basilicata, attraverso voucher per studiare le lingue e convenzioni per viaggi all’estero. E dandogli la possibilità di avviare Start Up e Spin Off semplificati: perché una bella idea diventi realizzabile in tempi brevi e certi.

La nostra #rivoluzionedemocratica è anche una #rivoluzionedellaconoscenza

Il tempo delle donne

Il mio programma per migliorare la condizione di genere ho voluto chiamarlo “Il Tempo delle Donne”.
L’ho fatto senza quella retorica che vede nella donna un soggetto da incoraggiare. Non ce n’è bisogno. Le donne, da millenni, gestiscono famiglie pur nelle condizioni più difficili. Sanno lavorare, fare carriera, farsi eleggere e stare in team.
Non possiamo dire alle donne come “farcela”.
Dobbiamo semplicemente metterle nella condizione di poterlo fare.
Il Tempo delle Donne è un programma semplificato per la nascita di asili familiari, come nelle migliori esperienze nordeuropee, ed accogliere così più di 500 bambini.
Il Tempo delle Donne è una legge regionale contro gli abusi perpetrati a loro danno che stabilizzi i centri antiviolenza, facendone presidio contro un fenomeno che mina la dignità umana.
Il Tempo delle Donne è un servizio di accompagnamento per il rientro al lavoro dopo assenze prolungate per gravidanza ed allattamento.
Il Tempo delle Donne è l’istituzione di una “Rete delle Elette” che le avvicini, con l’obiettivo di lavorare in rete e scambiarsi buone prassi.
In politica occorrono donne, per quelle capacità di saper leggere il reale, di cercare soluzioni, di mediare, di innovare. Occorrono le sensibilità e le esperienze di donne, mogli, madri, professioniste.
Abbiamo provato anche ora a coinvolgere molte più donne nella composizione delle nostre liste. Non è stato facile.
Il diniego di molte di loro, ci dice che dobbiamo lavorare per rendere meno sofferta questa scelta. Non basta istituire la doppia preferenza di genere, pure tra le mie priorità, ma dobbiamo favorire un cambio di mentalità fin dall’infanzia.

Perchè non potrà essere #rivoluzionedemocratica senza#rivoluzionedigenere

Ritornare e Restare

Ritornare e Restare.
Il mio impegno concreto in un grande programma per l’occupazione giovanile, che prenda a modello le migliori esperienze europee.
Si potranno ottenere 25.000 euro per avviare un’impresa o farsi assumere, attraverso una procedura semplificata che faccia risparmiare tempo e soldi pubblici.
Con questa misura, forte nella sostanza ma anche di grande impatto emotivo, vogliamo riportare qui i talenti che hanno idee e merito ed evitare che altri vadano via. Le aziende hanno già mostrato interesse per la misura perchè avranno accesso a risorse formate e motivate, abbattendo il costo del lavoro. E’ una strategia che va nella stessa direzione del “Piano del Lavoro” e di “Obiettivo Basilicata 2012”, documenti strategici delle sigle sindacali lucane.
Poi starà ai nostri giovani lanciare il cuore oltre l’ostacolo, facendo il passo decisivo. Quello di raccogliere le energie sapendo che non si deve più aspettare il posto pubblico, ma bisogna tirare fuori idee e coraggio per costruirsi un futuro con il proprio merito e sapendo che la Regione potrà dare quello slancio finanziario necessario a partire.
Ma dobbiamo fare di più: migliorare la spesa in formazione, adeguandola alle esigenze delle imprese e semplificare le misure che si sono rivelate più efficaci ed impattanti, come l’apprendistato e il credito d’imposta.
Non vanno disperse le risorse in mille rivoli. Risorse che ci sono (pensiamo ad un fondo finanziario alimentato dalle royalties) e che vanno solo indirizzate meglio.

L’uomo della Rivoluzione

Se posso essere io l’uomo della rivoluzione democratica? Me lo chiedono per strada, nei comizi, al bar.“Marcè, ma che combini? Mò ti sei messo a fare il rivoluzionario?”
A volte me lo chiedo anch’io, rientrato a casa dopo ore trascorse a parlare, capire, discutere, approfondire.
Ho ancora da dire e da fare per la Basilicata? Ho ancora entusiasmo, nonostante le difficoltà e le critiche? Ho energie a sufficienza per essere quello contro, quello che cambia approccio, quello che decide e fa, costi quel che costi? Posso dare un contributo o la situazione è troppo complessa, i problemi troppo grandi, le emergenze troppo imprevedibili, i poteri troppo forti?
Molti di voi non mi conoscono da ragazzo.
Sono stato uno spirito irrequieto, nello sport e nella vita.
Ho deciso di fare il medico perché è un lavoro che richiede passione e responsabilità, e ti fa stare a contatto con le persone ogni giorno.
Poi, la politica.
Un amore intenso, folgorante. Entrare nelle maglie dei problemi, capire la macchina amministrativa, risolvere piccoli e grandi problemi, cercando nuove prospettive con lo sguardo oltre il quotidiano.
Sindaco, poi in Provincia, infine la Regione.
Ogni volta una sfida, prima quella elettorale, poi quella di riuscire ad interpretare i bisogni, ascoltare le persone e tradurre il tutto in azioni concrete.
Più di 10 anni in giro, sempre di corsa, sempre spalla a spalla con cittadini, amministratori. Sfidante, ma sfiancante.
Poca famiglia, poco tutto.
Sempre nel centrosinistra, spesso critico, continuamente impegnato a cercare di interpretare la realtà.
Con dodicimila preferenze non è facile per uno come me stare in panchina, ma l’ho fatto. Nonostante la mia irruenza, nonostante il mio bisogno quotidiano di nuove sfide. La politica, in democrazia, è anche questo. Volevo “segnare” a tutti i costi, ma intanto dovevo riscaldare i muscoli.
Poi l’esperienza, breve ma intensa, in Assessorato alle attività Produttive.
La prima volta, dopo anni, in cui riesco a concretizzare una vita politica in azioni forti e incisive sulla comunità regionale. Gli argomenti sono complessi, studio la notte, mi faccio consigliare da tanti. Mettiamo a segno alcune misure davvero innovative, snelle. Apprendistato, internazionalizzazione, credito d’imposta. Arrivano i risultati, posti di lavoro, stiamo incidendo davvero sulla vita delle persone in un momento così complesso. Le imprese ringraziano, qualcuno capisce che c’è uno spirito nuovo. Chiedo ai burocrati velocità, risposte alle imprese, procedure snelle, bandi chiari.
Ci siamo riusciti? Non lo so, ma siamo partiti.
La mia vita, il mio è tutto un percorso pieno di fossi, di ostacoli, a volte battute d’arresto, ma vissuto con grande entusiasmo e senza risparmiarmi neanche per un secondo.
E’ questa, se volete, la mia rivoluzione democratica.
Riconoscere il merito, premiare l’eccellenza, dare alle persone e alle imprese quello che chiedono da anni e non ottengono. La semplicità delle opportunità.
Se sono io l’uomo giusto per fare tutto questo?

Un altro presidente

Non voglio essere solo un altro Presidente. Non ne ho bisogno, non ne avete bisogno.
Voglio poter essere l’esecutore, il facilitatore di una rivoluzionedemocratica che appartenga prima a ciascuno di noi, che sia nelle vostre idee, nelle vostre teste prima che nella mia. Camminare fianco al fianco in questo viaggio bellissimo che ho cominciato settimane fa, ormai, è il segreto dell’unica alleanza che valga la pena ricercare: quella con le vostre coscienze e i vostri cuori.
E dopo tutto il cammino già fatto, dopo tutte le parole e le scelte, la voce rauca, le notti insonni, i litigi, la rabbia, ma anche l’entusiasmo generato, la passione, le emozioni forti, incontrollate ma sincere come quelle di ieri dal palco del Don Bosco a Potenza, sono sempre più certo che qualcosa in me e in noi sia già cambiata.
Per questo sento di dire che non indietreggerò di un passo nella mia azione di rinnovamento radicale. Il cambiamento é quasi mai un punto di arrivo ma un processo, un’evoluzione quotidiana che riguarda condotte e prassi di rappresentanti e classi dirigenti. Ma che riguarda innanzitutto l’approccio culturale col quale guardiamo il mondo e regoliamo le nostre vite.
Sarà una Basilicata diversa quella che vuole e farà la prima grande e corale #rivoluzionedemocratica

Ai lucani contro

Un pensiero dedicato ai lucani contro. Allo scettico, al deluso, all’incazzato. A te che hai perso il lavoro e la speranza. A te che hai timore per la tua salute e manifesti contro il petrolio. A te che hai visto morire una persona cara di un male troppo diffuso e ora, se potessi, bruceresti il mondo.
A te che mi riempi la pagina di parolacce, di ingiurie. A te che pensi che tutto questo mio desiderio di cambiamento sia falso e retorico.
A te che non vai più a votare, perché lo ritieni inutile. A te, che ti sei visto scavalcare da qualcuno meno talentuoso ma piu amico. E ora lavori in qualche parte del mondo dove il merito è un valore da difendere.
A te che vedi i figli a Natale e a te che non sai ancora che faccia abbiano i nipoti.
A te che pensi che tutti i politici, me compreso, siano corrotti e corruttori. A te che non credi più nella giustizia, nella pubblica amministrazione, e vedi in ogni atto un sopruso. A te agricoltore allagato, imprenditore rallentato, donna illusa, cinquantenne abbandonato, a te giovane che hai smesso di cercare e non desideri più.
A te, lucano contro, che hai ancora forza ed energie per lottare, ma anche e soprattutto a te che hai smesso di farlo.
È per te che ho iniziato questa sfida ed è a te che voglio parlare, è te che dobbiamo far tornare in pista, è te che voglio convincere della possibilità di farcela.
È a te che dedico la mia rivoluzione democratica.
È a te che mi leggi con diffidenza, convinto che sia l’ennesima illusione, l’ennesima aspettativa disattesa, che chiedo di non essere solo “contro”, ma di provare a crederci affinché qualcosa accada.

Non torno indietro

In questi due giorni ho sentito tanti parlare di resa. No, non ci sto. La mia non è una bandiera che si ammaina, tutt’altro. Sono pronto a mantenere i miei impegni dall’interno del partito ma volando alto sul programma e sull’approccio. E’ lì che possiamo vincere la sfida del vero rinnovamento, ed è su questo che vorrei essere valutato nei prossimi mesi, per quello che saprò fare.
Ho in mente una regione diversa. Più semplice nell’azione amministrativa, più rapida per imprese e cittadini, più pulita e attenta alla salute di ciascuno, ma anche più bella e sorridente. Una regione dove torni la voglia di vivere, perchè ci sono più opportunità per tutti, e non solo per gli amici degli amici.
Io propongo un nuovo metodo, che pur nella tradizione del centrosinistra, ne individui mancanze e disattenzioni. Le imprese chiedono più ascolto, più opportunità, più velocità di azione. Le donne, non possono più aspettare le belle parole di sempre. Vogliono dare il loro contributo alla vita sociale, politica e devono averne la possibilità. I giovani sono stanchi di partire con biglietti di sola andata e con la morte nel cuore.
Porterò avanti con orgoglio il mandato che mi è stato consegnato dagli elettori con le primarie. Non torno indietro. Metterò in atto senza ripensamenti quella che vorrei definire come una vera e propria Rivoluzione Democratica.
Forte ma ragionata, decisa ma acuta, a volte anche un pò folle ma con le idee chiare su dove possiamo arrivare.
Sarò il vostro portabandiera in questa grande battaglia per il cambiamento.

Il viaggio

Qualcuno si chiede come io abbia il coraggio di propormi dopo tanti anni passati ad amministrare la cosa pubblica, in ruoli di crescente responsabilità.
Beh, a dirvela tutta questa critica mi ha dato la possibilità di riandare un pò indietro con la memoria, in questi giorni complessi e impegnativi in cui ho dovuto coniugare impegni istituzionali con un toccante viaggio elettorale. Spero di non aver dimenticato nulla…

Aria di cambiamenti..

Al di là di questo o quel sondaggio, al di là di chiacchiere e commenti pretestuosi, che poco mi interessano e per nulla mi spaventano, sono molto fiducioso. Viaggiando in lungo e largo ho trovato una Basilicata desiderosa di novità, stanca e sfiduciata sì, ma anche pronta a riconoscersi e aderire con entusiasmo ad un progetto di cambiamento orientato al bene comune, che abbia idee ambiziose ma realizzabili. Queste persone libere riconoscono in me la possibilità di detonare le energie positive della regione, attraverso una vera rivoluzione pacifica la cui portata è oramai chiara a tutti, anche a coloro che ci criticano per l’appartenenza ad una classe politica che sarebbe ipocrita definire “nuova”.
Ci siamo messi in discussione, mossi da una feroce autocritica, da una condivisione la più ampia possibile e prendendo completamente le distanze da un sistema che proclama rinnovamento ma è bloccato nelle proprie logiche conservative. Qualcuno ci ha creduto pazzi, qualcuno perlomeno furbetti, qualcun altro, non trovando altre motivazioni, pensa ad accordi e complotti segreti che si manifesteranno dopo le primarie. A tutti costoro diciamo semplicemente che la Basilicata, dopo il 22, non sarà più la stessa.
Per noi il rinnovamento è già iniziato ed è innanzitutto la possibilità di votare senza condizionamenti, promesse di favori o, nella peggiore delle ipotesi, ricatti da parte dei poteri forti e organizzati.
Facciamoci tutti un regalo questo 22 settembre. Facciamolo per tutelare la libertà anche nelle generazioni che verranno.#liberaleprimarie #liberalabasilicata