A Renzi chiedo risposte sul petrolio

Ero a conoscenza del tour del Premier Matteo Renzi in programma per oggi al Sud e giudico certamente positiva l’attenzione che il presidente del Consiglio sta riservando al Mezzogiorno. E’ una visita che rilancia la necessità di intendere e comprendere questa parte d’Italia attraverso una visione comune e un approccio alla cooperazione interregionale su molti pilastri cardine legati alla crescita, allo sviluppo e all’innovazione. Dalle infrastrutture materiali, indispensabili strumenti per connettere territori e comunità e per rinsaldare il ruolo strategico di ponte con l’Europa e soprattutto con il bacino del Mediterraneo, a quelle immateriali con gli investimenti in banda larga, in collegamenti per unire economie e capitali umani. Dagli investimenti in cultura, turismi e tutela di ambiente e paesaggi, alla condivisione di una programmazione dei fondi comunitari concentrata su progetti collettivi.
Per questo non mi preoccupa né rammarica la mancata tappa lucana di questo suo tour. Più che una visita di cortesia – che pure so già essere in agenda per i prossimi mesi – a Renzi chiedo e chiederò con sempre maggiore incisività risposte sui temi del petrolio. Su quelle intese già rilanciate grazie all’interlocuzione avviata con il Ministro Guidi e sui tre punti posti al tavolo del Mise: Memorandum, patto di stabilità e bonus carburante. Su quest’ultimo, per la verità, risposte alle nostre sollecitazioni e richieste sono già state fornite nei giorni scorsi. E’ su questi temi che chiederò un suo intervento chiaro, una presenza fisica in Basilicata , se necessaria. C’è l’esigenza di risarcire un intero territorio per quanto già dato in termini di contributo energetico nazionale. Nessuno dovrà e potrà dimenticarlo.

Dico, inoltre, che questo governo regionale sta lavorando con grande senso di responsabilità, consapevole di dati e percentuali su Pil e disoccupazione non certo incoraggianti, per avviare un processo di trasformazione e crescita. Vanno in tale direzione sia la velocità impressa alla rivisitazione della governance, attraverso provvedimenti e riforme attese, in alcuni casi da decenni, che tutti gli interventi messi in campo in questi primi sei mesi – su formazione, cultura, monitoraggio ambientale, immigrazione, lavoro irregolare.
Stiamo operando senza sosta, perché il tempo a nostra disposizione per risalire la china non è molto. In una fase così complessa e in un tempo che ci chiede rapidità nelle scelte ed efficienza nei risultati, penso quindi che un’opposizione costruttiva, capace di entrare nel merito delle questioni senza pregiudizi e senza uno sterile spirito di contrarietà aiuterebbe a vincere insieme le sfide del futuro e a cambiare davvero il volto della nostra regione. Servirebbe un’onestà intellettuale che evidentemente non tutti possiedono per dire che delle cose importanti sono state fatte, ed anche in tempi brevi. La riforma dell’Alsia, dell’Arpab, il commissariamento dei Consorzi di bonifica, la liquidazione di Arbea, la disciplina delle attività di contrasto al lavoro irregolare, il bando per l’ultra larga in molti Comuni, il fondo rotativo per le PMI e tutti i provvedimenti finalizzati a garantire o implementare l’occupazione, sono fatti certi e verificabili. Non riconoscerlo e impegnarsi al contrario a smontare per partito preso il lavoro compiuto fino ad oggi è ingeneroso oltre che improduttivo.