Ricerca scientifica socio-sanitaria, varata la Fondazione

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Poche ore fa ho sottoscritto l’atto costitutivo della nascita della Fondazione per la Ricerca scientifica in ambito socio-sanitario. Un atto di estrema rilevanza per la Basilicata, perché fornisce strumenti operativi al dipartimento Politiche della Persona che serviranno ad attuare programmi di ricerca scientifica sulle patologie cronico degenerative e sulle patologie emergenti.
Tra le finalità della Fondazione vi sono la realizzazione di programmi di ricerca preclinica e clinica in ambito socio-sanitario con particolare riguardo alla ricerca nel settore delle patologie emergenti, quelle cronico-degenerative, le malattie rare e quelle indotte da inquinamento ambientale. La Fondazione, inoltre, promuove l’aggiornamento culturale e la crescita professionale degli operatori del settore nonché la promozione dello sviluppo tecnologico di tutta la filiera compresa quella terapeutica. Tra gli altri compiti prevista anche la tutela brevettuale e la divulgazione dei risultati raggiunti oltre a sinergie e collaborazioni con altri organismi pubblici e privati nazionali ed internazionali che operano nel settore. La Fondazione ha la durata di 15 anni rinnovabili e non ha fini di lucro.

Consiglio regionale, approvata la manovra finanziaria 2015

imagesMMS5VG8WPur nella difficoltà di un cambiamento epocale e di una diffusa crisi che ha determinato un corto circuito non solo finanziario ma anche valoriale, mettiamo in campo una finanziaria asciutta nella spesa corrente per recuperare welfare, investimenti e occupazione.
La finanziaria  intende far fronte alle emergenze, ma nello stesso tempo guarda alla possibilità di rimettere in moto il meccanismo dello sviluppo, che ridia visione, prospettive ed entusiasmo ai nostri giovani, ricucendo il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini. Si tratta di utilizzare al meglio le risorse  rivenienti dai fondi europei, dal petrolio e dall’acqua, oltre che per rendere più agevole la macchina amministrativa, a iniziare dalla semplificazione nella governance.
Proviamo a costruire nel merito una proposta,  una nuova visione  di sviluppo, cercando alleanze  e andando oltre una battaglia di rivendicazione  di campanile. Abbiamo bisogno di riempire di contenuti la programmazione, confrontandoci  con gli altri territori sui temi dell’efficienza della spesa e dei servizi. Ma è necessario mantenere unità e coesione.

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Incontro a Potenza con il nuovo Prefetto D’Acunto

unnamedHo dato il mio benvenuto al nuovo prefetto di Potenza, Antonio D’Acunto, insediatosi nei giorni scorsi, proveniente dalla Prefettura di Latina. Con il Prefetto abbiamo affrontato molti dei temi che in queste ore attanagliano la nostra Regione, in particolare come la scelta del petrolio avvenuta nel 1998 non ha apportato in questi 15 anni i benefici che ci si aspettava, ma che nonostante tutto, in soli dieci mesi, siamo riusciti ad ottenere dal Governo nazionale, per legge, una parte dell’aliquota Ires che le compagnie petrolifere pagano allo Stato.

Così come, per arginare gli effetti della crisi, la Regione con un’inedita azione amministrativa, unica in Italia, nell’assestamento di bilancio ha messo in campo il Reddito minimo di inserimento per sostenere le fasce più deboli della popolazione. E lo ha fatto utilizzando il “tesoretto” del cosiddetto bonus carburanti, un fondo alimentato con le royalties del petrolio, che a partire dal 2014, sarà impiegato esclusivamente per aiutare le famiglie lucane in difficoltà.

Non da ultimo poi, ho posto al Prefetto D’Acunto le questioni legate alla riorganizzazione dei presidi della giustizia e delle forze dell’ordine, con particolare riferimento alla preannunciata soppressione in Basilicata dei presidi di Polizia Stradale e Ferroviaria. Ho rimarcato la netta contrarietà alle macroregioni “operazioni fatte a tavolino” e “senza benefici”. Sono inaccettabili “le soluzioni che azzerino l’identità di territori, alcuni dei quali vantano storie millenarie, ma possiamo provare a discutere di modelli di cooperazione interregionali che non stravolgano i confini o di una diversa programmazione dei servizi su aree omogenee.

Al via stabilizzazione in Regione per 32 dottori in scienze forestali

images3URBBKUUParte il processo di stabilizzazione per trentadue dottori in scienze forestali che hanno operato presso la Regione Basilicata, con rapporto di lavoro a tempo determinato, nel settore dell’assistenza tecnica per la programmazione dei fondi per la forestazione.

Dopo la delibera di Giunta regionale con la quale sono stati determinati i fabbisogni occupazionali, la Regione procederà alla stabilizzazione con rapporto part time a tempo interminato dei tecnici forestali interessati, già vincitori di due concorsi pubblici, attraverso una selezione per titoli ed esami, che dovrebbe chiudersi entro il mese di giugno di quest’anno. L’intero percorso di stabilizzazione sarà scandito in tre annualità. I primi dieci lavoratori dovrebbero essere assunti nel 2015. I rimanti ventidue lavoratori, divisi in altri due scaglioni annuali di 10 e di 12, potrebbero essere stabilizzati, in virtù del previsto processo di mobilità di lavoratori dalle Province, nel 2017 e nel 2018.

Con queste scelte abbiamo voluto imprimere una svolta alla storia professionale di questi validi tecnici forestali, segnando un ulteriore traguardo per porre fine al precariato in Regione. Con loro – ha aggiunto Pittella – avevo assunto un impegno formale in questa direzione proprio negli ultimi giorni del 2013. Esser qui oggi a constatare il risultato raggiunto, dovuto soprattutto alla professionalità e all’abnegazione dei dirigenti regionali investiti della questione, significa dare ragione a chi come me ha sempre creduto che vedere ‘il bicchiere mezzo pieno’ aiuta a perseverare con tenacia e determinazione verso lo scopo prefissato.

#SoloUnAnnoFa

Chiudiamo un anno di duro lavoro ma anche di grandi risultati e soddisfazioni, nonostante il tempo difficile in cui viviamo. Con impegno, rigore e serietà, senza mai perdere ottimismo e fiducia, abbiamo affrontato sfide ed ostacoli. Molto è stato fatto, tanto ancora c’è da fare. Sintetizzati, qui di seguito, alcuni dei fatti più importanti di questi mesi appena trascorsi. Tra urgenze del presente e desiderio di futuro.

 

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Società Energetica Lucana, efficienza energetica al centro della programmazione

imagesO5VOC3A5E’ stato presentato il primo bilancio di Sostenibilità sociale e ambientale della Società Energetica Lucana. I numeri parlano chiaro, a fronte di un costo complessivo annuo non superiore a 1 milione di euro, i benefici economici per la pubblica amministrazione lucana ammontano nel 2013 a quasi 3 milioni di euro con aspettative di ulteriori incrementi per gli anni futuri. Per il 2014 è di oltre 4 milioni di euro. Numeri così incoraggianti si collocano all’ interno di una nuova fase gestionale di una Società che mira a creare un modello virtuoso in cui le pubbliche amministrazioni partecipano attivamente con azioni concrete per promuovere, risparmio energetico, sviluppo sostenibile e lotta ai cambiamenti climatici.
La Sel, infatti, in virtù del patrimonio di informazioni sui consumi energetici territoriali di cui dispone è in grado di individuare i migliori investimenti sul territorio regionale in termini di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato e del sistema della pubblica illuminazione. Da non tralasciare, inoltre, un altro importante tassello che abbiamo introdotto a sostegno, rappresentato dall’Avviso Pubblico Regionale “Contributi per interventi di risparmio energetico su unità abitative private” che con una dotazione finanziaria iniziale di 10 milioni di euro punta sull’efficienza energetica quale motore di sviluppo sociale ed economico. Un percorso, questo, che inciderà direttamente sui costi energetici dei privati. L’ obiettivo non è produrre maggiore energia ma risparmiare  su quella che consumiamo, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile.

Statuto regionale, entro il 2015 l’approvazione definitiva

images14SHS8OWAccanto alle riforme degli enti strumentali e più complessivamente della macchina amministrativa regionale avviate, e in qualche caso già attuate, dal governo lucano, viene consegnata in questi giorni alla comunità di Basilicata la bozza di Statuto messa a punto dalla Prima Commissione Consiliare Permanente, presieduta da Vito Santarsiero.
Si tratta di un risultato importante, portato a termine in meno di un anno, che riempie un voto oggettivamente imbarazzante, essendo la Basilicata l’unica Regione a non aver modificato, ad oggi, la Carta statutaria varata nel 1971, pur in presenza delle nuove norme dettate dalla legge costituzionale del 1999 e da quella successiva del 2001.
Sento di dover personalmente ringraziare tanto Vito Santarsiero, quanto tutti i componenti della Prima Commissione, per aver fatto prevalere la linea del dialogo e del confronto costruttivo tra posizioni in qualche caso legittimamente differenti, superando gli steccati che in passato avevano ispirato la logica dei veti contrapposti.
Lo Statuto è per sua definizione la Magna Charta dei lucani. E non può che essere il frutto di una scelta condivisa della società di Basilicata nel suo complesso. Per cui bene ha fatto il presidente Santarsiero ad aver già messo in calendario, per le prossime settimane, una serie di audizioni delle forze economiche e sociali, dei sindacati, delle organizzazioni di categoria, dei comitati e delle associazioni di cittadini che vorranno esprimere il proprio parere sulla bozza varata in Commissione.
Credo che l’obiettivo che tutti dobbiamo darci sia quello di arrivare alla approvazione definitiva dello Statuto entro il 2015.
Le condizioni per farlo ci sono. E sono sicuro che con la buona volontà e il senso di responsabilità di tutti, così peraltro già manifestato in questo primo anno di legislatura, riusciremo a dotarci di una legge Statutaria al passo con i tempi, in sintonia con i bisogni della gente, oltre che con il ruolo e le funzioni che, a distanza di 43 anni, sono proprie della Regione del terzo millennio

 

“La Corte d’Appello di Potenza non si tocca”

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Non ho nessuna intenzione di fare a meno della Corte di Appello di Potenza. Sono pronto a dare battaglia, perché la Corte sia un presidio per la nostra regione, prima dialogando con la delegazione parlamentare e poi con il governo. L’ho detto chiaramente partecipando al seminario “La Giustizia al tempo dell’Innovazione. Riforme e buone pratiche per il governo dei processi organizzativi nel sistema giudiziario della Basilicata”, presso il Palazzo di Giustizia di Potenza.
Il confronto dedicato al tema dell’innovazione e della giustizia è importante perché interessa la nostra capacità di agire concretamente per rendere il sistema territoriale sostenibile, competitivo e funzionale alle esigenze di imprese lavoratori e lavoratori. Se il sistema giustizia fino ad ora ha retto è per la passione di chi vi opera e non da meno, per l’utilizzo virtuoso dei fondi europei. Le Regioni italiane grazie al ciclo di programmazione 2007 – 2013 del Fondo Sociale Europeo ha rappresentato una delle più significative occasioni di innovazione e miglioramento del sistema giudiziario italiano. Un’opportunità messa in campo con il progetto di “Diffusione di buone pratiche negli Uffici giudiziari”, scaturito dal protocollo d’intesa siglato nel 2008 tra Ministero della Giustizia, Dipartimento della Funzione Pubblica, Ministero del Lavoro e Regioni italiane che ha consentito di investire circa 45 milioni in tutta Italia e di esportare in quasi tutte le regioni la positiva esperienza di innovazione organizzativa.
Sulla scorta di quanto realizzato anche dal Tribunale di Potenza, l’obiettivo è di supportare un processo più ampio di miglioramento dell’organizzazione dei principali Uffici Giudiziari della Basilicata guardando a una più efficiente gestione delle risorse pubbliche. L’appuntamento di oggi è stato un punto di partenza per pensare alla nuova programmazione 2014 – 2020, ampliando il più possibile l’azione di sperimentazione ed innovazione tecnologica, ciò anche alla luce delle sfide che ci attendono per l’Agenda digitale. Sfide che non riguardano solo il comparto giustizia ma che attengono alla qualità dei servizi erogati. In questa direzione va il protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi a Matera con il ministro Maria Carmela Lanzetta. Un accordo che valorizza l’esperienza di decentramento amministrativo che la Regione ha portato avanti e che consente di avviare un percorso di buone pratiche da avviare anche in altre regioni italiane.

Firmato a Matera con il Ministro Lanzetta il protocollo per il riordino amministrativo

1511208_754297547989011_5920440324716086116_nA Matera con il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, abbiamo firmato un protocollo d’intesa per avviare una fase di confronto e sperimentazione inter-istituzionale con l’obiettivo di favorire il processo di riordino dell’architettura del territorio, individuando e condividendo buone prassi replicabili anche in altre realtà regionali.
In questo contesto saranno privilegiati gli ambiti di intervento relativi alle forme associative da parte delle autonomie territoriali, alla costituzione e avviamento delle Unioni di Comuni, all’efficientamento dei servizi, alla razionalizzazione dei sistemi di acquisto di beni e servizi ed alla diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione, in linea con quanto definito dall’Agenda digitale nazionale e da quella lucana.
È un’iniziativa certamente innovativa, che valorizza e promuove le buone pratiche regionali e dà una spinta al processo di riordino amministrativo, puntando sulle gestioni associate e su quelle Unioni di Comuni di cui da tanto si parla e che, dopo questo protocollo, potranno finalmente accelerare il proprio iter costitutivo.
L’ accordo prevede, inoltre, che la Basilicata faccia da Regione-pilota di un processo riformatore da mettere al servizio dell’intero Paese.
E se questo non può che inorgoglirci, al contempo sentiamo tutta la responsabilità e l’impegno organizzativo necessari a raggiungere l’obiettivo di garantire servizi di qualità al cittadino, con minori costi a carico dei Comuni, anche alla luce delle politiche di risparmio messe in atto dallo Stato.

 

Diffida Fenice, per il Governo regionale è un atto dovuto

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Ieri ho voluto convocare una conferenza stampa d’urgenza per chiarire la posizione della Regione e illustrare gli atti concreti messi in campo sulla questione Fenice di Melfi. Il 2 novembre scorso un episodio molto grave ha riguardato la struttura e allarmato non poco i cittadini e le autorità preposte alla salvaguardia dell’ambiente. ARPAB, dopo aver tempestivamente avviato un’interlocuzione che chiarisse la natura delle sostanze presenti nella colonna di fuoco rossastra proveniente dal camino di smaltimento rifiuti speciali, ha ritenuto non soddisfacente la documentazione pervenuta ed ha relazionato al Dipartimento Ambiente evidenziando e sottolineando una complessiva inadeguatezza nella conduzione imprenditoriale e industriale dell’attività da parte di Fenice. Ecco perché abbiamo deciso di diffidare la società Fenice e di sospendere le attività del forno a tamburo rotante per l’incenerimento di rifiuti speciali. E’ un atto dovuto che ben rappresenta l’intendimento, il dovere e la missione mia e dell’intero Governo regionale di controllare in maniera puntuale e certosina ogni attività industriale che impatta sul nostro ambiente, affinché i nostri cittadini siano messi in condizione di vivere in un luogo salubre. Sappiamo di aver bisogno di recuperare il tempo perduto, velocizzando le procedure e migliorando, come stiamo già facendo, la dotazione tecnologica della nostra Arpab. Ma sappiamo anche che scelte e posizioni chiare e risolute necessitano di studi, monitoraggi e mappature dell’intero territorio lucano, e soprattutto tempo per approfondire. La delicatezza e la complessità del momento, di contro, impongono interventi concreti, netti, a tutela della salute pubblica e indirizzati a recuperare un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini che vede impegnati tutti, nonostante diversità di vedute, nell’unico comune intenti di salvaguardare la nostra Basilicata.