Patto di stabilità interno: la mia lettera al Premier Renzi

“La Basilicata si trova pericolosamente sull’orlo del baratro finanziario. Stiamo lentamente affondando sotto una montagna di debiti che pure saremmo in grado di onorare, avendo in cassa i soldi per farlo. Ma che non possiamo utilizzare a favore di imprese, famiglie, lavoratori e persone in difficoltà perché, così facendo, sforeremmo il tetto di spesa imposto dal Patto di Stabilità Interno, col risultato di aggiungere al danno delle sanzioni economiche e normative previste in questi casi, la beffa di dover restituire allo Stato quelle risorse che sono proprie della Basilicata e che derivano, a titolo di compensazione ambientale, dalle attività estrattive del petrolio, alle quali, per il bene dell’Italia, la mia Regione non si sottrae da oltre 15 anni a questa parte”. E’ questo uno dei passaggi principali della lettera inviata oggi dal Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi.

“L’ingiusta disparità di trattamento subita dalla Basilicata – aggiunge Pittella – ha innescato in queste ore una decisa presa di posizione della Giunta regionale da me presieduta che, sono sicuro, sarà avallata dall’intero Parlamentino lucano, nel momento in cui, nei prossimi giorni, giungerà all’attenzione dell’Aula il disegno di legge regionale nel quale, facendo nostro, tra l’altro, lo stesso auspicio venuto in tal senso dalla Corte dei Conti di Basilicata, si stabilisce il principio che l’utilizzo dei fondi rivenienti dalle royalties del petrolio non incide sul tetto di spesa annuale imposto dal Patto di Stabilità Interno”. “Se la Basilicata “muore” – e non potendo utilizzare i fondi delle royalties sta già morendo – l’Italia non potrà contare sull’unica Regione che, in questo momento di crisi economica, accentuata dai venti di guerra che si registrano sul fronte del gas russo e del petrolio libico e iracheno, rappresenta l’unico, reale serbatoio energetico del nostro Paese”.

Il testo integrale della lettera:

http://www.regione.basilicata.it/giunta/files/docs/DOCUMENT_FILE_2981461.pdf

 

Riunione in Regione su monitoraggio area industriale Pisticci

Convocato tavolo tecnico martedì 24 giugno per elaborazione cronoprogramma interventi urgenti di completamento copertura vasche e potenziamento attività di controllo aria e suolo per la salvaguardia e la tutela di salute e benessere di cittadini e lavoratori. Pittella “Dalla Regione disponibilità immediata di risorse tecniche-organizzative ed economiche”.

Si riunirà martedì prossimo, presso il Dipartimento Ambiente, il tavolo tecnico sulla sicurezza ambientale per i residenti e i lavoratori dell’area industriale di Pisticci Scalo. Composto da Regione, Comune di Pisticci, Arpab, Consorzio Asi Matera, Tecnoparco e gli altri soggetti competenti – ha annunciato il presidente della Regione Marcello Pittella al termine della riunione di oggi convocata tempestivamente per fare il punto della situazione e dare risposte concrete a cittadini e istituzioni locali anche in seguito alle forti preoccupazioni determinate dalla perdurante emissione di cattivi odori – “avrà il compito di elaborare un fittissimo cronoprogramma necessario a completare tempestivamente la copertura delle vasche ancora scoperte all’interno dell’impianto di trattamento di Tecnoparco Valbasento, potenziare le attrezzature tecnologicamente avanzate per il monitoraggio di aria e suolo. La Regione – ha sottolineato Pittella – assicura sia l’impegno diretto dei Dipartimenti interessati che lo stanziamento delle risorse economiche necessarie a garantire la salute e la vivibilità dei cittadini e dei lavoratori dell’area”.

Alla riunione di oggi hanno partecipato, tra gli altri, oltre al presidente Pittella, gli assessori Aldo Berlinguer e Raffaele Liberali, i consiglieri regionali Roberto Cifarelli e Francesco Pietrantuono, il sindaco e l’assessore all’Ambiente di Pisticci Vito Di Trani e e Domenico Grieco, il direttore di Arpab Raffaele Vita, i il presidente e l’amministratore delegato di Tecnoparco Nicola Savino e Michele Somma, il commissario straordinario del Consorzio Asi Matera Gaetano Santarsia.

Arpab, Tecnoparco e Consorzio Asi hanno illustrato, attraverso i propri rappresentanti, le azioni attivate, tra le quali l’installazione di 8 nasi elettronici e la copertura effettuata di alcune vasche e i risultati dei monitoraggi effettuati. Il sindaco di Pisticci, Di Trani, ha espresso le sue forti preoccupazioni, anche in seguito ai recentissimi episodi di forti emissioni maleodoranti, sui rischi per la salute e la qualità della vita dei cittadini, per l’ordine pubblico, e chiesto di bloccare a scopo cautelativo, fino al completamento dei lavori di copertura delle vasche dell’impianto di depurazione, il transito dei camion che trasportano i reflui della lavorazione petrolifera provenienti dalla Val d’Agri.

L’assessore all’Ambiente Aldo Berlinguer, che ha coordinato i lavori dell’incontro, ha detto che “bisogna rassicurare le persone che hanno diritto di vivere in un ambiente salubre, distinguere tra emissioni che nuocciono alla salute da quelle che provocano solo fastidi olfattivi ma che a tratti rendono quasi impossibile la convivenza tra aree residenziali civili e area industriale. Bisogna affrontare e risolvere le urgenze – ha sottolineato – in attesa della realizzazione dei lavori generali di bonifica dell’area Sin Val Basento”.

Infrastrutture, incontro con il Ministro Lupi

Si è concluso con buoni risultati l’incontro tenutosi ieri mattina a Roma tra il Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella e il Ministro alle Infrastrutture e ai trasporti, Maurizio Lupi, programmato per affrontare i nodi irrisolti dello schema idrico Basento-Bradano e del completamento della strada Nerico-Muro Lucano.

“Sono soddisfatto per l’apertura e la condivisione espressa dal Ministro Lupi circa l’esigenza di superare lo stallo in essere e di ripristinare al più presto una guida gestionale sui lavori della Nerico – Muro Lucano, arteria completata per l’80 per cento, finanziata con i fondi del dopo terremoto del 1980 e che ha subito forti rallentamenti in seguito alla cessazione dell’ufficio commissariale dal febbraio scorso. Come pure – ha aggiunto il presidente – è stata ritenuta prioritaria un’accelerazione per la nomina di un commissario ad acta per la gestione del progetto Marascione”.

Fondamentale l’intesa raggiunta circa il completamento dell’iter di realizzazione dello Schema idrico Basento-Bradano-attrezzamento settore G, opera di fondamentale importanza per il comparto agricolo, da sempre pilastro portante dell’economia lucana. “E’ stata condivisa l’esigenza di predisporre a breve – ha spiegato il presidente – un provvedimento normativo per la riassegnazione delle risorse necessarie alla realizzazione dell’opera e la prosecuzione dell’istruttoria già messa in campo. Il progetto definitivo è infatti già stato approvato dal CIPE e posto a base di gara”.

“Il Ministro ha poi accolto favorevolmente il mio invito a partecipare ad un incontro in Basilicata che metta al centro del dibattito le intese strategiche sulla rete infrastrutturale su ferro e strade dell’intero Mezzogiorno, all’interno della quale la nostra regione recupererebbe una posizione strategica di raccordo e collegamento con il resto d’Europa”.

Petrolio, riavviato tavolo tecnico con il ministro Guidi

La presenza del ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi è stata l’occasione per riavviare i lavori del tavolo tecnico sulle estrazioni petrolifere in Basilicata e rilanciare le intese Stato-Regione.

A stretto giro il prossimo appuntamento, fissato per mercoledì 11 giugno a Roma presso il ministero dello Sviluppo economico con all’ordine del giorno i punti focalizzati nella riunione di oggi: sblocco fondo idrocarburi, art 16 del decreto cosiddetto “liberalizzazioni” del 24 gennaio 2012 e l’esclusione delle royalties dal patto di stabilità.

“La partecipazione del ministro – ha affermato il presidente della Regione, Marcello Pittella – è il segnale dell’attenzione che il governo Renzi riserva alla Basilicata, considerata “speciale” e strategica per il contributo che apporta al fabbisogno energetico nazionale.

La Basilicata è in credito con il Paese, ma alla grande generosità di cui dà prova il territorio lucano non è corrisposto finora un effettivo e concreto ritorno in termini di sviluppo e occupazione. Siamo consapevoli che il petrolio è una risorsa su cui si gioca il futuro della Basilicata e il lavoro positivo iniziato con la firma del Memorandum nel 2011, che ha subito uno stop, va ripreso e continuato in un rapporto di collaborazione tra Stato, Regione e compagnie petrolifere”.

Al momento non sono in discussione nuove concessioni e perforazioni di nuovi pozzi, per i quali sono valide le intese del 1998 e del 2006. “Qualsiasi nuovo accordo, qualsiasi rimodulazione – ha affermato Pittella – dovranno essere condivisi prima dal Consiglio regionale e poi dalle forze politiche e sociali. Ora la Basilicata chiede che le risorse rivenienti dall’estrazione di greggio siano spese interamente sul suo territorio che sta vivendo una crisi drammatica, sia per sostenere e incentivare la nascita di nuove industrie che per arginare con azioni concrete ed immediate le emergenze sociali e il dissesto idrogeologico”.

All’intervento del presidente sono seguiti quelli dei parlamentari Tito Di Maggio, Giovanni Barozzino e Vito Petrocelli (erano presenti Antonio Placido e Mirella Liuzzi), dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, dei vertici delle associazioni datoriali Confindustria Basilicata, Alleanza Cooperative, Rete Imprese Italia, Confapi Basilicata, rappresentati da Michele Somma, Paolo Laguardia e Antonio Miele, del capo di gabinetto della Presidenza della Giunta regionale Raffaele Rinaldi, e per ultimo, dell’assessore regionale all’Ambiente e Territorio, Aldo Berlinguer. Tutti hanno sottolineato l’urgenza degli interventi e la necessità di accompagnare le attività estrattive con politiche mirate allo sviluppo e al lavoro unite alla tutela dell’ambiente e della salute.

“Partiamo dal lavoro già fatto – ha detto il ministro Guidi nel suo intervento conclusivo – per cercare di risolvere alcuni degli ostacoli nel rapporto tra attività estrattive e ricadute, per sostenere al massimo crescita, sviluppo, occupazione e infrastrutture. La Basilicata è un tassello fondamentale della strategia energetica nazionale ed europea e, come tale, dovrà essere pienamente coinvolta nei processi decisionali, a prescindere dagli esiti del dibattito in corso sulla riforma del Titolo V”. Il ministro ha espresso la disponibilità ad individuare, raccogliendo le indicazioni del Tavolo regionale, soluzioni appropriate, anche di carattere normativo, per sbloccare le questioni aperte legate all’utilizzo delle royalties e per rilanciare le tematiche e i contenuti del Memorandum.

Visita in Regione ambasciatore britannico Prentice

Il Presidente della Regione, Marcello Pittella, ha ricevuto oggi la visita di Christopher Prentice, Ambasciatore Britannico in Italia.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, Raffaele Liberali, assessore regionale alle Politiche di Sviluppo, lavoro, Formazione e Ricerca, e l’amministratore delegato di Shell Italia, Marco Brun.

L’Ambasciatore Prentice ha raccontato di aver trascorso due splendide giornate, ammirando le bellezze della Basilicata, a cominciare da Matera, città dei Sassi candidata a Capitale europea della Cultura 2019: “Sono molto soddisfatto degli incontri avuti in questi giorni – ha dichiarato al termine della visita – e confido che la collaborazione tra la Regione Basilicata e l’Ambasciata Britannica possa diventare ancora più stretta in futuro. Auspico inoltre che sempre più aziende straniere, e in particolare britanniche, trovino in Basilicata terreno fertile per i loro investimenti”.

Il Presidente Marcello Pittella si è soffermato, in particolare, sul tema della formazione e della necessità, tanto per i giovani studenti, quanto per gli operatori economici e commerciali soprattutto del settore turistico e culturale, di sviluppare programmi di apprendimento della lingua inglese: “E’ nostro intendimento – ha sottolineato – avviare un importante progetto regionale, su cui sta anche lavorando l’Università degli Studi di Basilicata, che preveda l’insegnamento di alcune materie direttamente in lingua inglese e che coinvolga tutte le scuole ma anche gli operatori turistici e commerciali. Dobbiamo inoltre implementare, in rapporto con il Dipartimento regionale alla Formazione e con l’Unibas, le opportunità offerte a molti giovani lucani da Erasmus, programma di mobilità, conoscenza, scambi e apprendimento”.

La mia lettera al Ministro Orlando: riconsideri la chiusura del tribunale di Melfi

Di seguito, il testo della lettera che ho inviato al ministro della Giustizia, Andrea Orlando per chiedergli di riconsiderare la chiusura del tribunale di Melfi:

 

Illustre Signor Ministro,
ancora una volta, in questi giorni, sulle prime pagine dei quotidiani lucani, trovano ampio spazio le cronache riferite ai delitti di mafia che da anni insanguinano il Vulture-Melfese, a riprova della specificità di un’area nella quale le Forze dell’Ordine sono impegnate in una quotidiana, quanto efficace e preziosa, azione di contrasto alla criminalità organizzata.
Sempre in questi giorni, trovano purtroppo conferma le allarmanti preoccupazioni a suo tempo manifestate al Suo predecessore nello scorso mese di dicembre 2013, con una lettera a mia firma e con un dettagliato rapporto messo a punto dai Sindaci dei Comuni interessati e dagli Ordini degli Avvocati della Basilicata, rispetto ai presumibili disservizi creati dalla soppressione del Tribunale di Melfi e dal conseguente trasferimento di tutti i procedimenti pendenti presso il Tribunale di Potenza. Molte udienze, mi dicono, vengono rinviate per la oggettiva impossibilità dei magistrati di poter operare nella sede del capoluogo di regione in assenza di spazi e mezzi adeguati ed in presenza di una altrettanto evidente difficoltà a reperire le risorse economiche necessarie per porvi rimedio.
Come era facilmente prevedibile, peraltro, la soppressione del Tribunale di Melfi e il suo accorpamento con il presidio di Potenza ha prodotto una dinamica finanziaria a dir poco paradossale con un aggravio di costi di oltre 500 mila euro l’anno e con la necessità di reperire non meno di ulteriori quattro milioni di euro per procedere ad una riprogettazione completa di tutti gli spazi attualmente a disposizione presso il Tribunale del capoluogo.
Mi permetto inoltre di ricordarLe che con l’articolo 9 della legge regionale n. 35 del 21/12/2012, la Regione Basilicata ha stanziato un fondo complessivo di 500 mila euro per erogare contributi ai Comuni sede di presidi giudiziari destinati alla chiusura. Il che significa che ripristinando l’operatività del soppresso Tribunale di Melfi, lo Stato centrale conseguirebbe esattamente quell’obiettivo di riduzione della spesa perseguito dal decreto legislativo n. 155/2012 varato dal precedente Governo, in questo caso vanificato (e di molto) dalle condizioni logistiche dell’immobile sede del Tribunale di Potenza.
Alla luce di queste considerazioni e facendomi nuovamente interprete delle istanze che provengono dai sindaci del Vulture-Melfese, dagli Ordini degli Avvocati della Basilicata e da tantissimi cittadini della mia regione, Le chiedo cortesemente di fissarmi un incontro urgente presso il Suo Ministero, nella consapevolezza di poter contare sulla disponibilità al dialogo e alla collaborazione inter istituzionale di questo Governo e del suo Presidente, Matteo Renzi.
Certo inoltre di poter confidare sulla Sua piena disponibilità nei confronti di una Regione, come la Basilicata, che da oltre 15 anni a questa parte non fa mancare, nell’ambito delle grandi scelte strategiche nazionali, il proprio quotidiano apporto al raggiungimento di obiettivi che richiedono un surplus di solidarietà dei lucani per il bene del Paese, resto in attesa di un Suo cortese e positivo cenno di riscontro.
Nel frattempo, Voglia accettare, con i sensi della mia stima, i più cordiali saluti.
Marcello Pittella

Approvata in Consiglio la manovra finanziaria 2014/2016

Circa 3 miliardi e 700 milioni per il sostegno delle fasce sociali più deboli, la tenuta del sistema sanitario regionale, il welfare, lo sviluppo delle infrastrutture e delle imprese, l’università, la ricerca e l’innovazione tecnologica

(ACR) – Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Pp, Ri, Psi e 7 voti contrari di Pdl-Fi, M5s, Udc, Gm, Lb-Fdi) la legge di stabilità. La manovra finanziaria 2014/2016 è pari a circa 3 miliardi e 700 milioni di euro. Il limite massimo di indebitamento è pari a oltre 97 milioni.

La manovra, in ritardo a causa della anticipata chiusura della nona legislatura e pur improntata al contenimento delle spesa a causa della perdurante congiuntura economico – finanziaria nazionale ed internazionale, contiene misure tese alla creazione di opportunità e percorsi per il sostegno delle fasce sociali più deboli, la tenuta del sistema sanitario regionale, il miglioramento della qualità della vita e del welfare, lo sviluppo delle infrastrutture e delle imprese, la qualificazione della istruzione universitaria e della ricerca e l’innovazione tecnologica.

In materia di istruzione e diritto allo studio sono ricompresi i programmi istruzione (scolastica, superiore e universitaria), edilizia scolastica e diritto allo studio. In particolare, le risorse destinate all’istruzione pari a circa 31 milioni di euro, saranno così suddivise: 3 milioni all’istruzione universitaria, 2 milioni all’Ardsu, 8,3 milioni all’edilizia universitaria, 1,4 milioni all’edilizia scolastica e, infine al diritto allo studio circa 16 milioni.
Per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali saranno finanziati circa 50 milioni di euro nel triennio considerato tra i quali 3 milioni di euro per il programma “Matera 2019” tra fondi regionali e statali, 1,5 milioni di euro per Expo 2015, circa 5 milioni di euro per l’attuazione del I^ Atto integrativo per l’industria audiovisivi, circa 24 milioni di euro per la Valorizzazione dei beni di interesse storico.

Per lo sviluppo e valorizzazione del turismo nel triennio considerato sono stanziati circa 47 milioni di euro. In materia di “Assetto del territorio ed edilizia abitativa” vengono stanziati circa 90 milioni di euro, di cui 50 milioni per Urbanistica e assetto del territorio.

Per lo sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente sono stanziati circa 500 milioni di euro nei tre esercizi. Tra questi interventi 100 milioni vengono stanziati per la Tutela e valorizzazione delle risorse idriche, 86 milioni sono destinati al Programma “Aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione” e 190 milioni di euro al Servizio idrico integrato.

A sostegno dei Trasporti e diritto alla mobilità nel triennio considerato vengono stanziati 377 milioni di euro, dei quali 110 milioni destinati a viabilità e infrastrutture stradali, 114 per il trasporto pubblico locale, 108 milioni di euro per il Trasporto Ferroviario e 45 milioni di euro sono destinati alle altre modalità di trasporto. Per interventi a seguito di calamità naturali e per il sistema di protezione civile sono stanziati circa 120 milioni di euro.

Rispetto alle politiche sociali e quelle rivolte alla famiglia, particolare rilevanza riveste il Programma “Programmazione e governo della rete dei servizi sociosanitari e sociali”, che nei tre esercizi riguarda soprattutto i Piani Sociali di Zona con un stanziamento complessivo di 60 milioni di euro, il Programma Interventi per la disabilità che prevede un ammontare di circa 5 milioni di euro e il Programma Interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale di ammontare pari a 9 milioni di euro rivolto soprattutto a nefropatici e talassemici. All’interno di tale Missione vi sono anche Interventi per la famiglia e per gli asili nido per circa 16 milioni di euro nel triennio e interventi per la non autosufficienza per circa 9 milioni di euro.

In materia sanitaria è previsto un finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei Lea (livelli essenziali di assistenza) che ammontano a circa 980 milioni di euro per ciascun esercizio finanziario e 65 milioni di euro per il triennio in relazione agli Investimenti Sanitari.

Nel triennio considerato vengono stanziati circa 71 milioni di euro a favore del Programma Industria Pmi e Artigianato, 106 milioni per il Programma Reti e altri servizi di pubblica utilità e 225 milioni di euro il Programma Ricerca e Innovazione. Vengono ancora stanziati 140 milioni di euro per le politiche del lavoro e la formazione professionale dei quali, in particolare, 60 milioni per il sostegno all’occupazione. Per l’agricoltura, le politiche agroalimentari e la pesca si prevede uno stanziamento triennale di circa 112 milioni di euro.

Al fine di promuovere la gestione associata di funzioni, rafforzare il mantenimento nonché il miglioramento dei servizi resi dai Comuni della Basilicata al cittadino e sostenere i Comuni che svolgono funzioni sovracomunali nei comparti della sanità, della giustizia e quali sedi di uffici ed enti pubblici nazionali, è istituito il Fondo di coesione territoriale e dei diritti di cittadinanza, con una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro (6 milioni per il 2014 e 4 milioni per il 2015). Di questa somma, 9 milioni di euro sono destinati al Comune di Potenza.

Circa 24 milioni di euro saranno infine impegnati negli anni 2014, 2015 e 2016 per l’energia e la diversificazione delle fonti energetiche.

Sul fronte impositivo, infine, confermato l’aumento dell’Irpef per i redditi superiori a 55 mila euro (0,50 per cento) e 75 mila euro (1,10 per cento). A differenza dell’originaria proposta della Giunta, per i redditi fra i 55 e i 75 mila euro l’aumento non si applica alle famiglie con due figli a carico. Su proposta del consigliere Rosa è stato introdotto un aumento dell’Irap (dal 3,9 al 4,9 per cento) per le imprese che di occupano di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica e di estrazione e trasporto di petrolio greggio e di gas naturale e servizi connessi.

Sul bonus benzina si parli il linguaggio della verità

Autorevoli esponenti del Nuovo Centro Destra continuano ad alimentare in queste ore l’illusione che i patentati lucani incasseranno a breve 800 euro pro-capite, col risultato di incrementare di alcune migliaia di euro il reddito delle rispettive famiglie, posto che in ognuna di essa, secondo ottimistiche previsioni, vi sarebbero almeno quattro possessori di un permesso di guida.

Magari fosse così. Magari fosse davvero possibile ripartire tra i soli lucani il tesoretto accumulatosi dal 2011 in poi nel fondo unico nazionale, gestito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per il cosiddetto bonus carburanti. E magari tutti i lucani fossero davvero in possesso di una patente, quando è ben noto che essa è preclusa proprio alle fasce più deboli della società, a partire dai disabili e dagli anziani.

Io credo che ormai vi sia la generale consapevolezza che quel tesoretto sia di fatto ipotecato da almeno altre due regioni italiane (Veneto e Liguria) per effetto di una legge che il Governo dell’epoca non fu in grado di difendere da quella che si è rivelata, alla prova dei fatti, come una vera e propria azione politica di “rapina” messa a segno da settori leghisti del Nord.

Con i lucani dobbiamo utilizzare il linguaggio della verità, senza alimentare false speranze o illusorie attese di “ricchi” bonus familiari, dal momento che in assenza di una modifica legislativa della legge 99 del 2009 non meno del 50 per cento delle royalties attualmente confluite nel fondo unico nazionale per la riduzione del prezzo degli idrocarburi andrà ai patentati veneti e liguri. Anzi, peggio. Diverse decine di milioni di euro finiranno nelle casse di quelle Regioni e non ai cittadini, perché (val la pena ricordare) il decreto interministeriale emanato in attuazione dell’articolo 45 della 99/2009 prevede esplicitamente che ove mai il bonus pro-capite dovesse essere inferiore ai 30 euro (e in questo caso sarebbe inferiore a tale cifra), la somma complessivamente assegnata alle singole Regioni finirà nelle casse dell’Ente, senza alcun vincolo di utilizzo, col risultato teorico di alimentare, se mai, in quelle realtà, i costi della “casta” locale.

Ripeto, ai lucani va detto che il tesoretto di 230 milioni di euro che, con l’accredito dei fondi 2013, sarà disponibile a partire dal primo luglio prossimo, oggi è fortemente a rischio e può (anzi, io dico: deve) essere difeso in sede parlamentare attraverso la modifica dell’articolo 45 della 99/2009. Una modifica che, per quanto mi riguarda, caldeggerò a voce altissima in occasione del prossimo incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guido, rimarcando non solo l’opportunità, ma l’assoluta necessità di destinare le risorse della card carburanti a quanti oggi non hanno nemmeno i soldi per mangiare e non a chi, potendoselo permettere, può benissimo rinunciare ad un pieno di benzina. Quei 230 milioni, tanto più se riusciremo a sottrarli, come io auspico, dalle forche caudine del patto di stabilità, andranno utilizzati per operazioni di inclusione sociale, per finanziare gli ammortizzatori in deroga, per creare posti di lavoro e per risarcire, almeno in parte, gli alluvionati del Metapontino e le famiglie che a Montescaglioso hanno pagato un prezzo altissimo, con la perdita di vite umane, sull’altare delle ultime calamità atmosferiche. Sono certo che su questa linea riuscirò a ricompattare la stragrande maggioranza dei lucani. O almeno, ci proverò.

Riforma Titolo V, Consiglio regionale approva risoluzione

Il Consiglio regionale della Basilicata, riunitosi in contemporanea con gli altri Consigli regionali il 2 aprile scorso per discutere della riforma del Titolo V della Costituzione al termine del dibattito, conclusosi oggi, ha approvato a maggioranza (con la sola astensione del M5s) un documento proposto da tutti i capigruppo tranne quello del Movimento 5 stelle con il quale “sì dà mandato al Presidente della Giunta, perché si faccia portavoce con i vertici istituzionali dello Stato di quanto emerso nel corso del Consiglio regionale della Basilicata dedicato al tema delle riforme costituzionali, in particolare in relazione alla materia ambientale, determinante in questa regione e contenuta nel DDL di riforma del Titolo V”.

“Un dibattito intenso e ricco di spunti – si legge nel documento -, dal quale è emersa una complessiva condivisione sulla necessità di una riforma che tenga in debita considerazione le posizioni emerse. Il Consiglio regionale ritiene che la riforma costituzionale non può prescindere da una revisione profonda del Titolo V della Costituzione che definisca, una volta per tutte, le competenze precise dei vari organi dello Stato, senza dannose sovrapposizioni, per offrire nuove opportunità di sviluppo e di investimento in un quadro definito di fabbisogni, costi standard e strumenti di perequazione; ritiene, quanto alla proposta di riforma del Senato, che essa debba essere organica ad un assetto istituzionale che tenga conto delle esigenze di maggiore efficienza, di maggiore governabilità e anche delle istanze di riduzione dei costi della politica; ritiene, inoltre, necessario il rafforzamento della cooperazione interregionale mantenendo invariati i confini amministrativi; ritiene necessario, nell’ipotesi in cui la materia energetica sia attribuita allo Stato, che l’attività estrattiva non risponda a meri automatismi, bensì a un nuovo negoziato che definisca parametri di sostenibilità ambientale, sanitaria, sociale ed economica, previa discussione in Consiglio regionale; ritiene altresì, sulla scorta della consolidata giurisprudenza in tema di individuazione delle materie di competenza dei diversi livelli di governo, di mantenere tra quelle concorrenti l’ambiente ed il governo del territorio”.

Su riforma del Titolo V uniamo le nostre intelligenze

“Le riforme istituzionali e costituzionali devono rappresentare l’occasione per sciogliere alcuni nodi dell’agenda politica della Basilicata e per dimostrare la nostra capacità di saper alzare la testa e riprendere il cammino. Quella che stiamo attraversando è una stagione complessa, non solo per la crisi economico finanziaria, ma anche per le forti spinte all’individualità e all’egoismo. Istituzioni e partiti fanno ormai fatica a fungere da collante con i cittadini. Per questo motivo è necessario affrontare il tema del riassetto istituzionale con giusto piglio e lungimiranza”.
Lo ha dichiarato il presidente Marcello Pittella chiudendo il dibattito in Consiglio Regionale sulla proposta di riforma del bicameralismo e del Titolo V della Costituzione.
“La relazione del presidente Lacorazza – ha detto Pittella – analizza con obiettività il corto circuito che si è determinato nell’organizzazione dei poteri tra Regione, Autonomie locali e Governo centrale. L’assenza di una riforma di sistema, che manca da almeno un ventennio, ha alterato il confine della funzione di ognuno. Questa situazione è ormai esplosa sotto la scure della crisi politica, e dei partiti che negli ultimi anni ha impaludato il processo di riforma, dando ragione a un diffuso sentimento antieuropeo. Ma noi non posiamo pensare di essere competitivi senza prender parte attiva all’Europa. Dobbiamo credere in una Europa che non sia soltanto unione monetaria ma che possa svolgere il ruolo di vera entità politica, occupandosi di affari esteri, giustizia, diritti umani e civili. Anche per questo motivo l’Italia deve recuperare agibilità e snellezza nella sua articolazione strutturale. Le Regioni devono aprirsi alla sfida del futuro e guardare all’Europa come ad una opportunità per ridefinire, con sana autocritica, funzioni e missione, rivendicando una sorta di prerogativa nel dialogo col Governo sulle prospettive di sviluppo. Spesso – ha detto ancora Pittella – ci siamo sostituiti ad altri organismi, siamo diventati pervasivi ed abbiamo assunto responsabilità non proprie, anche nei confronto delle Autonomie locali. Questa tendenza deve essere invertita. Le Regioni poi, senza perdere la loro autonomia, possono svolgere funzioni importanti nell’individuazione, a livello centrale, di più precisi ambiti di sviluppo, ciò anche alla luce del processo di ridefinizione della Province. Se non governiamo questo tempo di grandi cambiamenti nei rapporti con lo Stato, rischiamo di essere stritolati dalla storia. Sono consapevole che abbracciare la strada delle riforme non porta consenso, ma se teniamo alla nostra Basilicata dobbiamo abbracciare questo nuovo corso. Nel dibattito in corso la posizione della Conferenza delle Regioni deve essere quella di abbracciare l’idea di una riforma, senza però far venir meno il ruolo delle stesse. L’adesione alle riforme proposte dal Presidente Renzi non equivale ad una cambiale in bianco, significa invece la precisa volontà delle Regioni di ritagliarsi un ruolo importante nel processo di riforma, rivendicando anche potere legislativo e precisi confini per le materie concorrenti. La Basilicata che concorre al 15% del fabbisogno energetico nazionale non può non avere una propria griglia normativa in tema di energia e salvaguardia del territorio.
Rispetto alle nostre competenze in materia di autorizzazioni ambientali dobbiamo tentare di mettere dei paletti per evitare un esproprio di competenze e il possibile conseguente uso del territorio. Su questa materia come Regione stiamo provando ad offrire anche spunti ai nostri parlamentari. Io non sono contrario all’utilizzo virtuoso del petrolio. E’ una risorsa del nostro territorio dalla quale, se bene utilizzata e nel rispetto di salute e ambiente, dobbiamo ottenere le migliori condizioni di occupazione e imprenditoria. Il clima di esasperazione su questo tema che proviene dal territorio è anche frutto degli errori che tutti noi abbiamo commesso in passato. Non dobbiamo sottrarci al dialogo e dobbiamo fare virtù di ogni spunto costruttivo. Solo unendo le nostre intelligenze possiamo far fare un passo in avanti alla nostra Basilicata”.